Sul finire del giorno, anzi proprio agli sgoccioli, nemmeno io ho saputo sottrarmi all’ascolto celebrativo di Great gig in the Sky. Un errore, lo so.
Vent’anni fa erano trent’anni che il disco era uscito e lo si festeggiava.
Nel frattempo non è cambiato nulla di ciò che quel disco poteva cambiare. E non cambierà adesso.
Dark side of the Moon resta ciò che fu e che rappresenta, senza scalfire di un millimetro l’oggi. Accontentiamoci dunque, senza tirare in ballo onirismi patetici.
Forse l’unica novità è la reincisione di Waters.
Vediamo se il mito resisterà anche a questa dura ordalia.