Argomento abusato, sì. Ma, alla vigilia del Vinitaly, mi serviva un’informazione e mi è venuto naturale afferrare “Who’s Who in Wine” dallo scaffale. Così mi sono riconciliato con un oggetto che, in formato pennetta, forse non avrei mai aperto.
Tempo fa l’Ordine dei Giornalisti della Toscana mi avvisò che il nuovo annuario era in distribuzione in sede, sotto forma di comoda pennetta.
Fui il primo ad elogiarlo (e non ho cambiato idea) per la sua praticità, economicità, elasticità d’uso.
Così andai, lo presi e lo misi nel cassetto della scrivania, a portata di mano.
Ma non l’ho più consultato. Anzi, mai consultato. Nemmeno aperto, in verità.
Lo stesso vale per cartelle stampa, raccolte di fotografie, un sacco di roba interessante compressa su un supporto informatico che però, trovandosi fuori dalla vista e dalla possibilità di utilizzo immediato, non consulto mai.
Esattamente il contrario di quanto, invece, mi succede con le ormai rare edizioni cartacee.
Le quali, è vero, pesano, s’impolverano, ingombrano, costano un sacco di soldi. Ma alla fine si aprono. Le prendi, le scarabocchi, le fotocopi, ci metti un segnalibro per ritrovare ciò che ti serve, invece di prendere la pennetta, inserirla nel pc, accenderlo se è spento, aspettare che il sistema riconosca il “nuovo hardware“, cliccare sull’icona, attendere che si apra e il tutto si carichi (cosa spesso tutt’altro che rapida), scrollare in su e in giù alla ricerca delle voci che ti interessano, perdendo però l’una mentre cerchi l’altra. Insomma, una palla. Che a volte pure s’impalla.
Ho pensato proprio a questo giusto stamattina, quando d’istinto, per cercare un’informazione, mi sono allungato verso lo scaffale e come ai vecchi tempi ho estratto un volumotto piuttosto oneroso, quattrocento e passa pagine stampate fitte, con una grafica stretta e un formato non proprio maneggevole. Ma che piacere sfogliarlo.
Era, stavolta, il “Who’s Who in Wine” di Civiltà del Bere, un annuario che mette in fila aziende, vini, distillerie, agronomi, enologi, aziende vivaistiche, produttori di botti, bottiglie e etichette, designer, giornalisti, sommelier, pr, buyer, agenzie, importatori, distributori, consulenti, enoteche, fiere, mostre, concorsi, istituzioni nazionali e internazionali, consorzi, centri di ricerca e di certificazione, corsi e master. Contiene migliaia di dati (oltre 6mila, leggo), molto utili per chi fa questo mestiere.
Certo, forse avrei potuto trovarli lo stesso cercandoli su internet o sulla pratica pennetta.
Ma qui ce li ho tutti insieme, ci posso prendere appunti e, se ci verso sopra il caffè, non succede nulla.
Lo so che è consultabile pure on line, quindi quella della carta non è una scelta ideologica, ma solo logica.
A me però piace molto di più così, di obsoletissima carta.
Come il vocabolarione che ho nel cassetto.
Del resto, da qualche parte ho appena letto che nel 2013 anche gli ebook hanno perduto utilizzatori e che il libro normale sta tornando in auge.
Dopo la vendetta della cellulosa, ci sarà anche la vendetta della celluloide?
Montagne di diapositive, negativi e super 8 attendono in agguato il futuro anteriore.