Stiamo freschi! Riporto la trascrizione dell’intervento del sottosegretario Giovanni Legnini, presidente della commissione, registrato ieri (qui) al Circolo della Stampa di Torino sul tema “Informazione locale. Risorse certe per uscire dalla crisi”. No comment.

Con buona pace dei soloni (o altro) che anche di recente, a commento dei miei interventi dubbiosi, hanno asserito di coltivare in materia idee di scultorea chiarezza, la nozione di “equo compenso” del lavoro giornalistico, del quale tanto si parla, è tutt’altro che chiara.
Non solo nella testa dei diretti interessati, cioè i giornalisti cosiddetti “autonomi” (sulla fisionomia istituzionale dei quali, non a caso, aleggia la medesima confusione), ma, cosa anche più grave, in quella di chi l’equo compenso dovrebbe prima circoscriverlo, poi individuarlo e infine tradurlo in una cifra (o, come qualche svagato dice, in una serie di cifre).
A riprova del totale caos concettuale di cui vado parlando è giunta ieri una sorta di (onesta, va detto) “ammissione autentica” proprio da parte della massima autorità preposta all’individuazione dell’equo compenso medesimo: il sottosegretario all’editoria Giovanni Legnini.
Lo stesso che, notare, lunedì 15/7 prossimo incontrerà per la terza volta in un mese le parti in causa nel tentativo di arrivare alla quadratura del cerchio.
Riporto qui sotto la trascrizione testuale della registrazione, effettuata dal collega Vittorio Pasteris (chi la vuole sentire per intero, vada al link sopra), dell’intervento di ieri di Legnini al circolo della stampa di Torino sul tema “Informazione locale. Risorse certe per uscire dalla crisi“, nella parte in cui parla dell’e.c.
Ogni altro commento è superfluo:
Sull’equo compenso noi abbiamo istituito formalmente la commissione prevista dalla legge, finalmente. Io ho detto a tutti che quella legge non è perfetta, ed è molto complicata da applicare. Nessuno sa con precisione cosa sia l’equo compenso. Non è una tariffa non è un contratto collettivo. Vi è una resistenza degli editori che stiamo cercando di superare. Vi è un’aspettativa di migliaia di giovani e persone, professionisti che nel frattempo sono sempre meno giovani e che da molti anni lavorano in condizioni di estrema precarietà a volte di indigenza. Ci siamo fatti carico. La commissione sta lavorando, ci saranno consultazioni con il mondo editoriale e sindacale e con i giornalisti. Arriveremo ad una conclusione che io mi auguro sia la più negoziata possibile e la più equa possibile fra le parti. Se sarà così durerà. In caso contrario una forzatura o un’imposizione non funzionerà per nessuno“.
Pregansi dunque i soloni di tacere e le istituzioni giornalistiche di consultare bene e approfonditamente la base.
Se possibile tutta (ad esempio la commissione-ombra) e non una parte sola.