Da oggi al 14 dicembre si vota per il rinnovo dei vertici e per l’elezione dei delegati al drammatico congresso Fnsi di gennaio. Solo per via telematica e con una lista unica. Potrebbe essere una svolta: gliela faranno fare?

Se non fosse per i frequenti ancorchè involontari risvolti grotteschi, le elezioni dei sindacati giornalistici mi annoiano a morte.
Mi annoiano il tono, la polvere, i proclami, i personalismi camuffati da paladinaggio, la competitività dissimulata, i pizzini e l’apparato delle liste-partito che ritualmente si mette in moto per accalappiare e costringere al voto colleghi-bradipo.
Quella che si apre oggi in Toscana è però una consultazione diversa dal solito. Molto diversa.
Intanto, dopo secoli, c’è una lista unica. C’è chi lo interpreta come un segno di ritrovato ecumenismo. Il presidente Paolo Ciampi la spiega invece come la semplice volontà di dare continuità al lavoro svolto dal direttivo uscente, ove le antiche contrapposizioni si sono sciolte in obbiettivi condivisi (ad esempio il no al contratto e il sì all’equo compenso, a cui personalmente plaudo). Io lo vedo anche come il saggio tentativo di tenere insieme una baracca scossa dalle convulsioni romane della Grande Madre Federale, che troveranno sfogo al congresso di gennaio, preannunciato drammatico. Anche se resto contrario alle liste (dicono che lo statuto le preveda d’obbligo, ma in realtà dice solo che “si può“) e preferirei un sistema di più trasparenti candidature individuali.
Ma, soprattutto, quella toscana sarà la prima elezione fatta con il solo voto elettronico, metodo adottato quest’anno anche dalla Lombarda. In Toscana l’avevano però, con la formula mista elettronico-cartaceo, già dal 2008. I risultati furono molto soddisfacenti: “Ci fu la tenuta dei numero dei votanti – dice Ciampi – nonostante le circostanze contingenti facessero prevedere un calo e ci fu la partecipazione di tanti colleghi di aree che, col vecchio sistema, non avrebbero mai votato“.
Se all’Assostampa aderissero tutti i 5mila giornalisti toscani, oggi, viste le tensioni che attraversano la categoria, ci potrebbe essere una rivoluzione copernicana. Aderendone poco più di un migliaio, se sarà, sarà invece una rivoluzione e basta. Dagli effetti potenzialmente tellurici, comunque.
Visto che chiunque può votare da casa o dal seggio (sempre elettronico) “assistito” nella sede dell’Ast (tutte le istruzioni qui), si presume infatti sia che il numero dei votanti si eleverà, sia che, con la lista unica, crescerà molto anche il quorum per l’elezione (di solito sotto i cento voti!) dei singoli candidati.
E spero che affluiscano massicciamente alle urne virtuali“, osserva Ciampi, “proprio quelle sub categorie, come gli uffici stampa e gli autonomi, che fino a ieri le evitavano e che invece negli anni più recenti hanno anche preso a costituire una componente numericamente sempre più importante dell’associazione“.
A questo sembra improntato il programma di lavoro: “Completare la riforma dello Statuto nel segno della partecipazione e della piena rappresentanza, organizzare sezioni provinciali, rilanciare i gruppi di specializzazione, mettere radici più profonde nelle redazioni, portare la voce del lavoro autonomo e difendere la dignità di tutti i collaboratori, presidiare i bandi e i contributi pubblici, combattere assieme all’Ordine l’esercizio abusivo della professione, rafforzare la formazione gratuita e di qualità, costruire percorsi e servizi specificamente indirizzati ai libero professionisti e all’autoimprenditoria, presidiare tutto il settore degli uffici stampa pubblici e privati, individuare proposte concrete per settori quali l’emittenza radiotelevisiva, avanzare proposte sul sistema regionale, sintonizzarsi con la cittadinanza e la società civile per battaglie sul servizio pubblico e la buona informazione. L’elenco potrebbe essere lungo, ma ci fermiamo qui“, illustra il presidente.
Beh, in bocca al lupo.
Nella speranza che riescano a farmi cambiare idea anche sul sindacato.