di LUCIANO PIGNATARO
Un vitigno poco conosciuto come il Tintore, una vigna di 80 anni a piede franco coltivata nell’unico comune amalfitano senza il mare, a 550 metri d’altezza, 4mila bottiglie: impossibile non incuriosirsi (e bere).

Oggi voglio parlarvi di un rosso campano poco conosciuto e che tale resterà, ma ricco di carattere e con una piccola bella storia alle spalle. Il vino è ‘a Scippata (termine dialettale che possiamo tradurre con strappata, rubata), l’uva è il Tintore di Tramonti. Tramonti? Tramonti! Grande territorio di boschi, castagni e querce a ridosso del Valico di Chiunzi, antico bastione della repubblica d’Amalfi e oggi luogo di accesso principale per chi viene da Napoli, con pascoli di capre, tanti caseifici e  soprattutto tanta biodiversità: il polmone verde e contadino della Costiera Amalfitana, l’unico comune che non è bagnato dal mare, formato in realtà da tredici frazioni. Terra di emigrazione, di vigne a piede franco di quasi cento anni. Qui piccole aziende vitivinicole sono impegnate in una produzione eccellente per i bianchi come per i rossi grazie alle condizioni pedoclimatiche molto particolari: ventilazione costante dal mare e da terra lungo le vallate, altezza dai 400 ai 650 metri, suolo arricchito dall’attività vulcanica del Vesuvio che sta proprio di fronte e che di recente, si fa per dire, ha anche coperto ville romane di enormi dimensioni tra Positano e Minori.
Giuseppe Apicella, figlio di vinificatore, è stato il primo ad imbottigliare il Tramonti, il figlio Prisco dopo aver studiato Enologia ad Alba è tornato nell’azienda paterna ormai da un bel po’ e la sua prima traccia è stata creare ‘A Scippata da una vigna a 200 metri dalla storica cantina, altezza variabile dai 460 ai 580 metri, impianto degli anni ’30 senza piede americano perché ha resistito alla fillossera.  La vendemmia,  tardiva, viene realizzata tra fine ottobre e primi di novembre, seguono  due settimane di macerazione, malolattica in acciaio, elevamento con botte grande e 20 per cento botte piccola per tre anni. In tutto 4000 bottiglie che sono una chicca straordinaria e di cui è impossibile prevedere l’evoluzione perché in una verticale della Scippata siamo risalti sino alla 2004, prima annata, fresca e pimpante come non mai. Il Tintore è un vitigno tipico del territorio, confuso con l’Aglianico, parente della Tintilia Molisana, ricco di antociani, gli agenti coloranti del vino, e usato dunque dai mediatori per allungare le bocca e vendere meglio.
L’altra sera abbiamo bevuto la 2009, una magnum al Convento da Pasquale Torrente: una beva selvaggia, confortante, buttata su uno zito allardiato buonissimo, rinfrescati nella notte di Cetara dal vento di terra che soffia da dove nasce la Scippata e che in riva al mare arriva fresco e rilassante. Grande acidità, un bicchiere gastronomico, un sapore unico. Non è il rosso più buono del mondo, forse neanche della Campania, ma si ricorda, eccome se si ricorda.

Azienda Agricola Apicella
Via Castello S. Maria 1, Fraz. Capitignano, Tramonti
Tel. 089 856209
info@giuseppeapicella.it
www.giuseppeapicella.it

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