Come stanotte, ad esempio, capita che ti metti ad ascoltare i rumori della casa deserta. Ovattati borbottii, scricchiolii, suoni secchi di origine ignota. Strani ronzii elettronici. Nulla di sinistro, solo un impalpabile tappeto di voci inumane, sovrapposte e flebili. Odi poi il sibilo di quello che sembra silenzio, ma in realtà pare una sorta di fischio ininterrotto.
Così resti in ascolto. E ti sembra di udire il pulsare del cuore, il fruscio del sangue nelle vene.
Cominci a pensare, a riflettere su tutto ciò. Quindi allunghi di nuovo l’orecchio e anche stavolta ti pare di sentire suoni nuovi.
Rifletti, di nuovo, rifletti ancora.
E concludi che è solo acufene.