Al congresso dell’Associazione Nazionale Stampa On Line si parla – ma va? – anche di contratti e di equo compenso. Significativo il sottotitolo: “Quando i conti non tornano“. Poteva il coordinatore della Commissione Ombra non insinuarsi? No, non poteva.
Tutti ne parlano, pochi lo praticano, qualcuno lo osteggia. No, non alludo solo agli editori (la cui renitenza è, tutto sommato, normale), ma anche a tante forze oscure e trasversali che strumentalizzano le questioni di interesse generale, come l’equo compenso appunto, per perseguire obbiettivi “altri“. Poi i babbei che credono alla favoletta del “più soldi per tutti” , ci mettono del loro, ma è un’altra storia.
Resta il fatto che le aspettative sul tema sono altissime: dopo la riunione interlocutoria del 13 giugno scorso, l’intimazione di “non traccheggiare” lanciata dal sottosegretario Legnini alla Fieg, l’aggiornamento al prossimo 24 giugno e la rielezione, nel frattempo, di Enzo Iacopino ai vertici dell’OdG, le maglie cominciano a stringersi.
Così tutte le occasioni sono buone per discettarne. Magari a sproposito.
Impossibile quindi non fiondarsi all’autodromo del Mugello, in provincia di Firenze, dove il programma di Ansomeeting, il XI congresso dell’Anso (Associazione Nazionale Stampa On Line) prevede oggi un dibattito su “Contratto ed equo compenso: quando i conti non tornano“. Titolo che la dice lunga su come la vedono gli editori on line. “Informazione, giornalismo, lavoro. Complicato questo sistema solare dell’editoria: per molto tempo ha avuto al suo centro i media tradizionali e la sua evoluzione è stata studiata considerando una direzione precisa, con un moto più o meno alternato“, dice la nota di presentazione. Che continua: “Ma come è accaduto per la rivoluzione copernicana, ora si prende coscienza di una nuova prospettiva, che vede internet centro di ogni attrazione gravitazionale. Partendo da questo presupposto, e senza dimenticare che si parla di un sistema dove tutto si tiene ed è interconnesso, anche per il contratto giornalistico e per l’equo compenso bisogna fare i conti – che ancora non tornano – con l’elemento on line“.
Ammetto però, candidamente, di non aver capito: che vuol dire “fare i conti con l’elemento on line”?
E ‘ ovvio che, contrattualmente e professionalmente parlando, si deve fare i conti con tutti i tipi di media che fanno informazione, quindi anche con la stampa on line. Nella quale, lo ripeto, non intravedo alcuna sostanziale differenza rispetto a quella “tradizionale”, visto che, alla fine, ogni attività imprenditoriale si riduce a una faccenda di rapporto costi-ricavi; e che, tra i costi, quello del lavoro è uno dei preponderanti.
Insomma non vedo che cambia.
Spero me lo spieghi qualcuno del tonitruante parterre di relatori di cui è annunciata la presenza: Francesco Iannelli (Consigliere e Capo Ufficio per il sostegno all’editoria Dipartimento per l’informazione e l’editoria Presidenza del Consiglio dei Ministri), Primo Salani (Presidente Mediacoop), Giovanni Rossi (Presidente Fnsi), Fabrizio Carotti (Direttore Generale Fieg), Pino Rea (Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti) e Fabrizio Gherardi (Segretario ANSO).
Il dibattito sta per cominciare. A rileggerci su questo schermo.