…desta il rarefarsi, nonostante le allarmanti notizie battute dalle agenzie e i titoli dei giornali, degli abissali approfondimenti sulla questione ucraina da parte del pensoso, garrulo, sinceramente democratico popolo di FB.

Latitano gli sfoghi, scarseggiano le resis moralistiche, claudicano le folgoranti sentenze di chi, poiché sa per default, ha capito tutto e vuole gridarlo al mondo sciocco e sordo.

Effetto dell’insinuazione di qualche dubbio sulla natura manichea della faccenda? Un accenno di resipiscenza digitale? Lettura di qualcosa di diverso dai social? Chissà!

Oddio, è vero che dopo 24 mesi, per la prima volta, la gran massa di virologi ed epidemiologi laureati all’università della rete pare assottigliarsi, cosa mirabile, ma questa folgorazione sulla via di Kiev mi era sembra troppo repentina prima e mi sembra scemare troppo velocemente adesso.

Forse c’è sotto l’esegesi del caso Totti/Ilary.

Non si può mai stare in pace con le proprie ovvietà a questo mondo…