Ho or ora incrociato un gruppetto dei soliti dementi in moto che, scambiata (ma la colpa è anche di chi così gliel’ha dipinta) la strada sterrata, ancorchè pubblica, per un parco di divertimenti, vi si lancia ad alta velocità occupando il centro della carreggiata.
Poco fa ho invece superato un altro gruppetto di dementi, questi in bici però, che diretti nella direzione opposta e aperti a ventaglio in curve cieche intessevano un’animata conversazione, anch’essi convinti (ma la colpa non è loro, etc etc) di trovarsi nel cuore di Creteland.
Ora, assiso sul ciglio in cima al poggio, resto in silenzio nell’attesa di udire il clangore dello scontro. Dopodiché nessuno potrà dire che è un problema di convivenza tra residenti e gitanti.