Come più d’uno mi ha fatto notare, chiedendomene conto (ed ecco il solo motivo per il quale, una tantum, ne parlo), mi sono accuratamente astenuto dal fare qualsiasi commento sulla morte di Berlusconi, annessi e connessi.

Per tre ragioni.

La prima è che della mia inutile opinione sull’argomento credo non importasse a nessuno.

La seconda è che non avevo niente da dire: di fronte alle morti credo si debba tacere.

La terza è che in nessun caso volevo accodarmi, o essere accodato, ai pietosi beli di parte giunti da ogni dove. Tra questi, per ottusità, devo ammettere che hanno spiccato quelli degli odiatori rispetto a quelli degli adoratori, ma ciò costituisce unicamente la prova che il paraocchi e la miopia cerebrale sono il principale limite dell’umanità corrente, incapace di cogliere la complessità che è invece insita in ogni fatto e che, di conseguenza, dovrebbe esserlo anche in ogni commento.

Fine.