di ANDREA PETRINI
Gianfranco Fino Negramaro Salento “Jo” 2012: si chiama così, come Jonio, ma anche come Jonico, uno dei sinonimi del nome del vitigno. Fu un’annata difficile, ma il vino è di grande fascino.

 

E’ deontologicamente sconsigliato scrivere di un vino quando hai rapporti di profondo affetto con chi lo produce. Ma non sarà certo l’amicizia con Gianfranco e Simona Fino a farmi parlare bene del loro Negramaro “Jo” 2012, bensì perchè si tratta di un grande vino.

La loro storia vitivinicola nasce nel 2004, quando il richiamo della terra li spinse ad acquistare un piccolo vigneto di quasi un ettaro e mezzo piantato a Primitivo allevato ad alberello, con lo scopo di produrre un vino di forte identità territoriale e di dare una scossa qualitativa all’immagine dei vini pugliesi.

L’amicizia con Severino Garofano, il grande enologo, spinse Fino nel 2006 ad acquistare una vigna di sessant’anni sempre ad alberello, ma stavolta di Negroamaro, a San Pietro in Bevagna, nel Salento, sulla costa ionica del Tarantino.

Dare un nome a quel Negroamaro in purezza, piantato su terra aspra e rossa, fu abbastanza facile: lo hanno chiamato “Jo”, come Jonio, ma anche come Jonico, uno dei sinonimi del nome di questo vitigno.

Le uve vengono vendemmiate di solito nella terza decade di settembre con selezione dei grappoli e trasporto in camion con cella isotermica. Una volta arrivate in cantina, e dopo un’ulteriore cernita, si effettua una macerazione in acciaio inox con contatto delle bucce col mosto per due o tre settimane, controllo della temperatura del cappello di vinaccia, 2 délestage al giorno. Dopo la svinatura il vino viene passato in barriques di rovere per un anno e imbottigliato senza l’ausilio di chiarificanti e senza precipitazioni tartariche. Dopo circa 12 mesi di affinamento in bottiglia, viene immesso al consumo.

“Jo” 2012 è figlio di una annata difficile, calda e abbastanza secca. Nonostante questo, Gianfranco e Simona sono riusciti a tirar fuori un Negroamaro di grande fascino.

Il naso, ancora giovane e scalpitante, è molto complesso e animato da fragranze intense di arancia rossa, cola, erbe mediterranee e, col passare del tempo, si schiude su note empireumatiche e liquirizia amara. Al gusto non manca sostanza e personalità, il vino nonostante il suo calore intrinseco è sospinto da una vitale freschezza e da un fine tannino che rendono la beva dinamica e goduriosa.

La 2012 dello “Jo” è un vino per chi ama coccolarsi e, a volte, per sentirci meglio soprattutto con se stessi.