Sorda alle proteste della base, che nei numeri ormai è pure poca cosa, l’Fnsi prosegue a testa bassa e silenziosa le trattative con la Fieg per il rinnovo di contratto che si preannuncia disastroso. Qualcuno protesta ma poi, per ragioni incomprensibili, non abbandona il carrozzone.

 

Un secolo fa, in trincea, arrivarono i gas e la gente ci lasciò la pelle più che per le schioppettate.
Le navi da guerra, per sfuggire all’intercettazione nemica, si inventarono le cortine fumogene, al nascosto delle quali prendevano il largo.
L’Fnsi – ci spiace tirarla sempre in ballo ma, visto che l’unico sindacato giornalistico in Italia sono loro, non vedo a chi altri ci si dovrebbe riferire quando si parla di malsindacalismo – ha fatto uno più uno e si è inventata le cortine fumogene nervine: nascondono tutto e ammazzano chi le respira.
Peccato che a restarci secchi e accecati non siano i caccia editoriali, la Fieg insomma, ma lo scombiccherato nonchè ormai disarmato vascello dei giornalisti, alle prese con un rinnovo di contratto che in pratica somiglia sempre più a una Caporetto.
Risultato inevitabile, quando i generali sono incapaci e c’è il sospetto, o anche qualcosa di più di un sospetto, che qualcuno pratichi la cosiddetta intelligenza col nemico.
Tradotto: tradisce la causa. Tradotto ancora più esplicitamente: ci prendono per i fondelli.
Le nubi artificiali hanno cominciato a levarsi in estate, mentre nei pensatoi unificati della Fnsieg si discuteva allegramente, rifiutandosi però di donare alla plebe qualsivoglia informazione.
Passata la canicola e richiuso l’ombrellone, rieccoci all’acqua.
I direttivi delle diverse assostampa sparse per l’Italia si riuniscono e fingono di discutere sul documento precotto (lo trovate qui) messo a punto di nascosto ai primi dell’estate dai capataz federali. Ordine di servizio: “non disturbate il manovratore“.
Senza Bavaglio, componente sindacale che si riconosce nell’Fnsi, ha diffuso ieri un commento piuttosto pepato (qui) a proposito del documento approvato in direttivo dell’ALG (l’associazione lombarda giornalisti, di gran lunga la più numerosa del paese e quindi in assoluto anche la più “pesante“) in materia di rinnovo di contratto.
Quasi tutte considerazioni ineccepibili e stranote a chiunque mastichi un po’ per davvero, e senza prosciutto sugli occhi, di questo mestiere.
Ovvio farle quasi tutte proprie.
Resta da capire come mai una corrente così apertamente, giustamente e storicamente ostile al mainstream sindacale quale Senza Bavaglio si ostini, contro ogni logica, a far parte del carrozzone federale.
Sono anni che aspetto una risposta dal mio amico Massimo Alberizzi, ma lui nicchia.