Si chiude il sipario sulla seconda esperienza degustativa in terra di Barbaresco e Barolo, con gradita coda di annate “random” e di visite alle aziende, tutte finite (ma va?) a tavola. Ho mancato l’ultima tornata ma ho per fortuna gli appunti dei promettenti colleghi a soccorrermi. Ecco i risultati.

Quando si dice scambio di cortesie: la sera prima, da Giacomo Fenocchio (memorabile convivio tra fritti, lazzi, tartufi, ciccia e caci, oltre naturalmente a una sfilata di ottimi Barolo: palma personale al 2004 Bussia riserva e al Bussia 2008) era toccato a Luciano passare, vittima del raffreddore. La sera dopo è toccato a me latitare, lasciando agli amici il piacere di rendere visita ai Marchesi di Barolo (Pignataro riferisce mirabilie del loro Barolo 1982). Insomma oggi a te e domani a me, ma le degustazioni seriali ce le siamo fatte tutti e quindi anche un’idea ben chiara.
Eccola, nelle parole del solito Luciano.
In rassegna 250 vini tra Barbaresco 2009, Barolo 2008 e qualche riserva extra che qualche produttore ci ha voluto far testare.
Certo, riprovare queste annate senza l’assillo della pubblicazione in guida è un’altra cosa: sono questi gli assaggi migliori per valutare la potenzialità dei vini e prima o poi bisognerà capire che sono le guide che devono adeguarsi ai tempi del vino e non viceversa. Magari con l’avvento totale della rete sul cartaceo questa distorsione potrà essere corretta una volta per tutte.
Il Barbaresco 2009 è una annata che ci ha convinto: freschi, lunghi, nella maggior parte dei casi il rapporto tra legno e frutto era centrato, botti e barrique usate soprattutto per elevare il vino e non per coprirlo e doparlo.
Anche la 2008 di Barolo ci è piaciuta, forse alla luce dei mesi ulteriori non è proprio l’annata delle annate, la 2001 resta sicuramente insuperata sinora, e qui sono apparsi in evidenza gli stili diversi. Non sono mancati, pochissimi, Barolo merlottizzati e caramellati o imbalsamati nei legni. In linea di massa la freschezza è tornata ad essere la preoccupazione maggiore dei produttori e questo, sappiamo, regala al Nebbiolo la possibilità di evolvere bene e a lungo per regalare le emozioni che abbiamo provato bevendo vecchie bottiglie, come la 1982 di Marchesi di Barolo dove siamo stati a cena, o il Barbaresco 1967 di Cascina Luisin, o, ancora il 1996 di Produttori di Barbaresco, per quel che mi riguarda, uno splendido 1990 bevuto ieri alla Locanda del Borgo Antico.
Una esperienza che ci ha consentito di entrare nel territorio, provare una stratosferica Barbera da Cogno, o un Enrico VI 1998 da Monfalletto durante le visite, rileggere i cru di Produttori di Barbaresco.
Che dire? E’ bello essere Giovani Promettenti e scorrazzare nelle Langhe. Ci è venuta persino voglia di fare qualcosa di più, ma adesso è top secret, se sono rose fioriranno.
Chiudo ringraziando il Consorzio Albeisa per la logistica delle degustazioni e Brezza per l’ospitalità.
Questi i vini prescelti alla fine degli assaggi alla cieca e del dibattito tra noi.

Terzo giorno:

BARBARESCO GAIA PRINCIPE 2009 – MARIO GIRIBALDI
BAROLO MARGHERIA 2008 – MASSOLINO
BAROLO 2008 – NEGRETTI
BAROLO RAVERA – ELVIO COGNO
BAROLO SORANO COSTE E BRICCO 2008 – ASCHERI
BAROLO VILLERO – LIVIA FONTANA
BAROLO 2008 – MARIO GIRIBALDI
BAROLO BERGEISA 2008 – LE STRETTE
BAROLO BRUNATE 2008 – CERETTO BRICCO ROCCHE
BAROLO BUSSIA 2008 – PRUNOTTO.

Quarto giorno:

Brezza Sarmassa 2008
Commendator G.B. Burlotto Cannubi 2008
Commendator G.B. Burlotto Acclivi 2008
Terre da Vino Essenze 2008
Parusso Armando Bussia 2008
Parusso Armando Mariondino 2008
Tenuta Rocca 2008
Tenuta rocca San Pietro 2008
Monfalletto Enrico VI 2008
Bruna Grimaldi Riserva 2006
Livia Fontana Riserva 2006
Franco Conterno Riserva Sette anni 2006