Lo ammetto: pensavo non fosse possibile, ma mi sto incattivendo.
A lato delle indigeribili scempiaggini dei connazionali sulle questioni sociopoliticobelliche, ridotte a risse da Campanile Sera (chi se lo ricorda?), e delle stupefacenti estemporaneità conformistiche delle istituzioni culturali (leggasi autogol e controautogol del caso Dostoevskij/Bicocca), con sempre maggiore sconforto assisto anche alla gara dei politici che – meno contano, più idee idiote si inventano – per attirare su di sè l’attenzione degli elettori-babbalei cavalcando l’onda russoucraina, partoriscono proposte passibili, in un contesto normale, di dileggio a vita o di gogna pubblica. E invece li (e si) prendono sul serio. Ci meritiamo un covid atomico.