di LUCIANO PIGNATARO
Gabriele Gorelli è il primo MW italiano anche grazie al sostegno strategico dato dall’Istituto Grandi Marchi all’organizzazione che dal 1955 forma i più qualificati e influenti esperti internazionali di vino.

 

Gabriele Gorelli è il primo Master of Wine italiano: questo risultato straordinario ci deve servire da un lato a fargli i complimenti per aver raggiunto un obiettivo difficile e impegnativo, certamente non alla portata di tutti.
Dall’altro riflettere sul ritardo del sistema italia e sul parziale recupero dovuto alla decisione strategica dell’Istituto Grandi Marchi presieduto da Piero Mastroberardino di diventare partner dell’Institute of Masters of Wine. “Sembra incredibile – ci dice il presidente – che su 418 Master of wine del mondo solo uno sia italiano nonostante il nostro paese sia il primo produttore al mondo di vino“.
Per completare i numeri, Piero Mastroberardino ci inquadra la situazione: attualmente gli italiani impegnati nel riconoscimenti sono 18, di cui 2 al primo livello, 7 al secondo e 9 al terzo. Insomma, se tutto fa bene, a breve dovrebbero essere ben dieci gli italiani nell’esclusivo club mondiale che determina le scelte del mercato.
Parlavamo di ritardo perchè intanto è il mondo anglosassone a fare mercato e dunque a tentare di influenzare la produzione su quelli che sono i propri gusti, il secondo è non aver avuto l’idea o la capacità di inventare noi un meccanismo del genere. Se a questo aggiungiamo l’egocentrismo francese e l’infuenza della critica anglo americana, possiamo considerare un vero miracolo i grandi risultati di export del nostro vino che corre una gara senza turbo da molti anni.

In estrema sintesi – dice Piero Mastroberardino – lIstituto Grandi Marchi notando che l’Italia era l’unico paese tra quelli che contano nel settore a non avere nemmeno un Master of Wine, decise di investire nel tentativo di colmare questo vuoto. Da qui la partnership con IMW che, in buona sostanza, si è declinato in diverse situazioni. Ma il focus principale è stato sempre quello di fornire ai candidati italiani gli strumenti per riuscire a superare il test finale, estremamente difficile. In pratica IGM ha organizzato, nel corso degli anni, situazioni che ricreassero quanto più fedelmente possibile le condizioni di gara. Quindi i vari test, ma anche la possibilità di provare vini internazionali non facilmente reperibili in Italia“.

In sostanza le tappe di avvicinamento sono state molte.

 

Nel 2009, l’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi (nato nel 2004) diventa il primo e l’unico Major Supporter italiano dell’Institute of Masters of Wine. E’ la prima volta che una compagine italiana intraprende una partnership con questa istituzione internazionale del vino. L’obiettivo è quello di un accrescere l’interesse e l’attenzione dei Masters of Wine per il vino italiano e le sue espressioni territoriali e di favorire l’interesse di giovani professionisti italiani del mondo del vino a questa istituzione, promuovendo l’approccio al severo metodo di studio e alla partecipazione ai corsi per arrivare, al termine del difficile percorso, ad avere Master of Wine italiani. Dal 2009 in poi l’Istituto Grandi Marchi si è adoperato per creare programmi di istruzione in Italia, attività di formazione internazionali e iniziative utili a raggiungere gli obiettivi previsti.

Nel 2010 l’IGM organizza “Diversity of Italy”, una sessione di lavoro dedicata interamente al vino italiano durante l’assemblea annuale dell’IMW. Un evento storico a cui hanno partecipato oltre 80 MW.

Nel 2011 l’IGM presenta ufficialmente la candidatura dell’Italia per l’VIII Simposio internazionale dell’IMW (l’evento è quadriennale). Il 9 Novembre l’IMW accetta la candidatura italiana e il supporto dei GM per l’organizzazione. Firenze sarà la città ospitante. Nella stessa occasione l’IMW dichiara di voler avviare, per la prima volta in Italia, le masterclass dell’IMW anche questi organizzati con il supporto dei GM. Sempre nello stesso anno l’IGM (con tutte le cantine presenti) organizza, all’Ambasciata di Londra, un walkaround tasting e un gala dinner esclusivamente dedicati ai MW.

Nel 2012 Tignanello (FI) è la sede della prima edizione italiana della masterclass per aspiranti Masters of Wine. A settembre l’IGM bissa l’appuntamento in ambasciata a Londra con i MW impegnati ad esplorare e a conoscere il vino italiano in un esclusivo walkaround tasting seguita dalla cena di gala.

Nel 2013 la seconda edizione della msterclass per aspiranti MW italiani è ospiatat da Michele Chiarlo a La Morra (CN). La terza edizione si svolge in Valpolicella. presso Masi.

Dal 15 al 18 maggio 2014 ha luogo a Firenze l’VIII Simposio internazionale MW.  “Identity, Innovation, Imagination” sono le linee guida delle sessioni di lavoro a cui partecipano la comunità dei MW, opinion leader e maker internazionali, oltre agli attori della filiera italiana e estera. L’IGM è main sponsor e coorganizzatore.

Nel 2015 la quarta masterclass per aspiranti MW si svolge in Umbria, da Lungarotti, nel 2016 in Irpinia, presso Mastroberardino, nel 2017 da Donnafugata, in Sicilia. Il 16/11 di quell’anno IGM partecipa all’esclusiva Asta Internazionale IMW con 19 lotti. Nel 2018 la masterclass per aspiranti MW è ospitata nelle Marche, presso Umani Ronchi, e nel 2019 in Alto Adige, presso Alois Lageder.

Fondato a Londra nel 1955 l’Institute of Masters of Wine si occupa di formare i più qualificati ed influenti esperti internazionali di vino. Tra gli obiettivi della prestigiosa accademia londinese: promuovere l’eccellenza professionale, la cultura, la scienza e il business del vino attraverso selezionati e pluriennali programmi di formazione che, ad oggi, hanno portato la comunità dell’Istituto a 418 Master of Wine sparsi in 32 Paesi di cui 149 donne e 269 uomini. Inizialmente attivo nel solo territorio britannico, l’IMW decide a fine anni ’80 di aprire alle candidature di aspiranti MW provenienti da altri Paesi con il debutto, nel 1988, del primo MW australiano. Oggi vi sono 28 MW in Australia, 10 in Canada, 18 in Francia, 15 in Nuova Zelanda, 210 in UK e 56 negli USA.

Insomma c’è tanta strada ancora da fare, ma Piero Mastroberardino è fiducioso: “Almeno il primo passo è stato fatto: complimenti a Gabriele Gorelli primo master of wine italiano“.

 

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