Per quale ragione il grosso roditore, anzichè papparsi indisturbato in loco il cibo che i gatti compiacenti gli lasciano sbafare, sente il bisogno e trova la forza di trascinare tutto lontanissimo, contenitore compreso?

 

Da qualche giorno erano ricominciati i rumori sospetti: o era un fantasma o era il solito istrice di cui avevo raccontato mesi fa qui.

Che si trattasse del secondo caso ne ho avuto la certezza quando, a intervalli quotidiani, la mattina ho cominciato a trovare in vari angoli del giardino, sempre più lontani dal punto di prelievo, il catino deputato a contenere il cibo per i gatti, di norma posto al riparo di uno stanzino esterno che dà sulle scale di accesso.

Catino ogni volta ovviamente svuotato e, meno ovviamente, trascinato non solo parecchio distante, ma a vari scalini più in alto di dislivello, a dimostrazione che l’energico ladruncolo è dotato di forza e di determinazione non comuni.

Poi il fattaccio: il catino sparisce alla vista.

Gira e rigira lo ritrovo al di là di un alto cancello chiuso con catena, per andare oltre al quale bisogna fare lunghi e tortuosi giri assolutamente impraticabili per un animale. Quindi o il marrano ha il potere di far levitare gli oggetti (senza rovesciarli, oltretutto) oppure è capace di scalare, con la refurtiva in bocca, un’inferriata di due metri.

Purtroppo non ho avuto la prontezza di fare una foto.

In tutta risposta, giorni dopo il mio amico ci ha provato con un altro cancello, ma stavolta la levitazione gli è andata male! In compenso per arrivare lì, col gravame in bocca, ha percorso trenta metri e salito diciotto gradini