È umano, ma ingenuo, pensare che – tranne casi rarissimi ed evidenti – la propria generazione o la propria vicenda personale abbiano avuto qualità eccezionali. Al massimo, quasi sempre, possono essere state eccezionali le circostanze in cui, più o meno volontariamente (più meno che più, diciamolo), è capitato di trovarsi coinvolti e di cui, quindi, sentirsi parte ex post.

Ma si tratta di un’eccezionalità percepibile solo a chi c’era e quindi già ne sa, non a chi non c’era e che non potrà mai, è ovvio, capire.

In altre parole, l’amarcord che sgorga dai ricordi o dall’osservazione di vecchie foto ingiallite attinge più al sentimento di una legittima nostalgia che a un presunto eroismo: eravamo solo più giovani.

In altre parole ancora, il nostalgismo che trabocca da molti post di FB fa sì tenerezza sui profili dei singoli, ma è oggettivamente patetico sulle pagine dei gruppi dedicati, facendoli assomigliare o coincidere con quelle cose zuccherose tipo “Noi, che…” e “I migliori anni”.

Il che, in fondo, è abbastanza tragico.