Oggi ho sperimentato la professionalità di una nuova tipologia di corriere, a me finora ignota: l’equilibrista. Ma non è un complimento.
Dovendo egli consegnare il solito pacchetto di cartone, sulla soglia del cancello viene colto da un lacerante dubbio: lo lascio fuori o dentro al serramento? No, di suonare il campanello davanti al suo naso e annunciarsi non se ne parla, d’altronde ognuno ha i propri limiti.
Dopo alcuni secondi di meditazione, da me puntualmente contemplati tramite la fida videocamera, il nostro giunge a una conclusione, diciamo così, salomonica: incastra la scatola tra le sbarre verticali della cancellata, in perfetto equilibrio su una pur sottile sbarra orizzontale. Quindi esattamente mezza fuori e mezza dentro la proprietà. In tal modo, egli ha forse pensato illudendosi di essere acuto, nessuno potrà contestarmi nè di aver abbandonato il collo all’esterno, nè di aver sprecato tempo per sospingerlo all’interno.
In tal modo, egli però NON ha pensato, non ho nè il vantaggio del tempo risparmiato tramite il tradizionale lancio del pacco dal finestrino verso la soglia (tecnica “‘ndo cojo, cojo”), nè della sicura mancanza di contestazioni legate a un deposito del pacco stesso dentro al cancello, quindi al riparo dai ladri.
Dopo di che il corriere, bel bello e soddisfatto per la brillante decisione presa, si è allontanato.
La guerra continua.