DIFFIDENZA A SENSO UNICO BIS.
A riprova di quanto detto prima sul male necessario della diffidenza, riporto il surreale colloquio avuto poco fa con un fornitore di cui ho smesso di fidarmi e con cui avevo un appuntamento alle 12.
Io: pronto, sono le 12.40 e ti sto aspettando dalle 12, arrivi o no?
lui: sono venuto ma non c’eri.
Io: guarda che non mi sono mosso da casa.
lui: non c’eri, sono stato lì un pezzo ad aspettare.
Io: come lì ad aspettare? Non hai suonato il campanello?
lui: sì, ma non ha aperto nessuno.
Io: guarda che qui alle 12 nessuno ha suonato e nemmeno è venuto al cancello, ho la telecamera.
lui: sono venuto e ho suonato ma non c’era nessuno.
io: ma a che ora sei venuto?
lui: alle 11.30
Io: sì ma l’appuntamento era alle 12, se vieni mezz’ora prima è facile non trovare nessuno.
lui: ma tu avevi la telecamera.
io: sì ma mica la guardo fissa per ore come se fosse la tv, la guardo verso l’ora in cui ho un appuntamento. Bastava venire in orario e suonare, ti avrei visto.
lui: sono venuto e non c’era nessuno.
io: sì ma con mezz’ora di anticipo, io mica posso fare i tuoi comodi. Perchè non mi hai avvertito o telefonato per dire che venivi prima?
io: avevo finito il credito del telefono.
io: ecco, ora hai finito il credito anche con me.