Siccome siamo un paese democratico è doveroso, che diamine!, perseguire fino in fondo e a tutti i costi la via dell’egualitarismo ideologico.
Facciamo un esempio.
E’ accettabile che un “servizio” sia chiamato servizio? Assolutamente no: è lesivo della dignità del servizio medesimo, quindi cominciamo a dargli un altro nome, una qualifica eufemistica.
Ma smettere di chiamare le cose per ciò che sono in omaggio al politicamente corretto non basta. Occorre anche una parificazione sostanziale.
Dunque, poichè non ci sono più servitori e soggetti serviti dai servitori, ma tutti servono tutti (e non si sa più chi è chi), le differenze si annullano.
Viva il progresso.
Ora scusate, ma devo lasciarvi.
Ho da correre alla posta.
Avevo infatti deciso di affidare al Servizio postale il recapito di un plico a me destinato. Ma siccome le Poste non si sentono più un servizio, hanno affidato l’incarico a un servizio di corrieri. I quali però, non sentendosi più un servizio e non volendo far sentire l’autista un servitore loro o del sottoscritto, hanno deciso di non consegnare il plico e di girare l’incarico, ovviamente senza avvertire il destinatario perchè non sono suoi servitori, ad un altro soggetto, tipo le Poste. Le quali tuttavia, non essendo un servizio e non ritenendo il postino un servitore delle Poste nè mio, non hanno ritenuto di dover procedere loro al recapito, ma di inviare un’email per dirmi che il pacco è presso la loro sede e devo pertanto prestare io a loro il servizio di andarlo a prendere, ovviamente munito di delega firmata del destinatario e/o di documento di identità del sottoscritto medesimo.
La democrazia è compiuta, ma io prima che allo sportello vado a comprare il mitra.