Il cuore prevale sulla tattica, la tecnica e il buon senso e i bianconeri battono il Catania. Tutto però rimane uguale, mentre all’orizzonte si affaccia Mezzaroma. Una domanda nasce spontanea: vorrà comprare l’ultima della serie A o la prima delle retrocesse in B?

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Diciamolo subito, chiaro e tondo: non è cambiato nulla. O quasi. La vittoria con il Catania (una vittoria palpitante, sofferta, surreale, imbarazzante, incoraggiante) era un atto dovuto. Un successo ovvio, nell’ottica della logica. Meno su quello del gioco, come si è visto. Per quaranta minuti il Siena è stata una squadra fantasma, bloccata dalla paura, contratta, involuta, virtualmente retrocessa. Poi tre gol in sedici minuti realizzati con la forza della disperazione e con il coraggio di osare (onore a Malesani per aver sparigliato le carte in attacco) contro una difesa inguardabile come quella senese. Lasciamo da parte dunque i pur comprensibili trionfalismi: più che i peana, il Siena di oggi a tratti ha suscitato pena. Anzi, umana pietà.
Però ha vinto. Ha raggiunto il Catania sul campo e in classifica. Ha accorciato a 4 le lunghezze che mancano alla zona salvezza. Prima vittoria dal 30 agosto. E domenica c’è l’Udinese. Cliente scomodo contro il quale, comunque, la parola d’ordine e soprattutto la necessità resta una sola: vincere.
Tanto premesso, su tutto aleggia l’ipotesi Mezzaroma. Un autentico interrogativo. Un pericoloso rischio di illusione. Ma anche un’insperata opportunità. Si parla di mercoledì come dell’inizio della fase operativa tra la società cedente e quella acquirente. Due le domande, sempre ammesso che la trattativa non sia una fantasia prenatalizia: l’imprenditore romano si appresta ad acquistare una squadra di serie A (con relative speranze di salvezza e l’indispensabile shopping invernale di giocatori) o, a saldo, una squadra destinata alla B e quindi da ricostruire e ripensare, nell’attesa di una difficile risalita nella massima serie? Quali garanzie di affidabilità, compatibilità con la città, progetto è in grado di offrire il potenziale compratore?
Nella lunga intervista concessa mercoledì scorso da Lombardi Stronati all’ottimo Gigi Rossetti su Canale 3, il patron aveva espressamente detto che era intenzionato a tenere il Siena e che, comunque, nessuno fino a quel momento gli aveva fatto offerte concrete. Come dire: se qualcuno si fa avanti davvero, ci penso.
Adesso vedremo che succede.
Nulla toglie tuttavia che le questioni espresse del campo restino un’altra cosa. La difesa è apparsa fragile (eufemismo), il portiere insicuro, il centrocampo disorientato, l’attacco farraginoso. La verità è che non è una questione di formazione, ma di carattere e di mediocrità generale. Unica consolazione: ci sono altre squadre non migliori del Siena. Insomma: o gli attributi (per dirla alla Trapattoni) si tirano fuori ora, o mai più.