Questa è una pubblica sfida a sommelier, enologi, degustatori professionali, critici, enotecari, assaggiatori, esperti, appassionati, bevitori abituali e beoni: leggete la recensione e provate a individuare cosa ho bevuto e riberrò il 31 dicembre 2017. Un premio a chi indovina.

 

E’ qualcosa da bere solo in occasioni e circostanze speciali, ragion per cui è bene averne sempre una scorta in casa.
Il colore è di un paglierino chiarissimo tendente al bianco, con volute di cangiante opacità da rifermentazione che donano al liquido nel bicchiere un andamento piacevolmente sinuoso. Il perlage è fitto, insistente, compatto e copioso, non finissimo ma molto caratteristico, perfettamente coerente al tipo.
Al naso si rivela al primo impatto pungente, quasi acuto, penetrante e crudo, con note minerali nettissime e progressivi echi agrumati di limone, arancia, pompelmo. Emergono poi, perdurando in lunghi ritorni oronasali, accenni speziali e di canfora, bicarbonato e mentine.
In bocca è deciso, all’approccio addirittura saturante grazie a un’effervescenza marcata e alla spinta di bollicine che affiorano in modo potente, invadendo il palato. Al secondo, più attento sorso regala invece prolungate e vibranti sensazioni acidule.
E’ perfetto con ogni piatto ed anzi dà il meglio di sè se accompagnato al cibo.
Che cos’è?