Domani a San Miniato (PI) sono chiamato a coordinare un convegno su un’ipotetica rete viaria dedicata al prezioso tubero. Ipotesi? O un imbarazzante deja vu o qualche proposta davvero nuova per un’idea che da tempo mostra la corda.

Come presidente di A.S.E.T. (qui) sono chiamato domani a San Miniato (Hotel Villa Sonnino, ore 17), nell’ambito della Mostra Mercato del Marzuolo di Cigoli, per coordinare un dibattito sull’istituenda Strada del Tartufo e, specificatamente, sul ramo toscano della medesima.
Da un punto di vista giornalistico, l’occasione è particolarmente stimolante.
Nell’ultimo ventennio ho infatti fatto in tempo a seguire per intero l’ascesa e la caduta del fenomeno delle “strade” legate a qualcosa di enogastronomico o di godereccio (del vino, dei sapori, dell’olio, della ceramica…) e a constatarne con sconforto il totale fallimento, tra le spire della retorica, della demagogia, dell’oleografia, dell’opportunismo politico e dello sperpero di denaro pubblico. Per non dire del poltronificio.
Il fatto che adesso, quando il concetto in sé sembrava sepolto, si riaffacci all’orizzonte un’ipotesi addirittura nazionale di “vie del tartufo”, può significare due cose opposte: o si tratta di un grottesco colpo di coda di un fallimento mai abbastanza esecrato o, viceversa, dell’emergere di una reale opportunità di riscatto del vecchio principio, auspicabilmente riveduto e corretto tanto nei modi quanto nei termini, secondo il quale i prodotti del territorio sono la chiave migliore per accompagnare il viaggiatore alla scoperta del territorio medesimo.
Non so cosa diranno a me e al pubblico l’assessore regionale Gianni Salvadori, il presidente dell’Associazione nazionale città del Tartufo Giancarlo Picchiarelli, il presidente della Federazione delle strade del vino, dell’olio e dei sapori della Toscana, Mauro Marconcini e i numerosi pubblici amministratori, tartufai e appassionati che sono annunciati a San Miniato.
Ma che in circolazione possa esserci qualche idea nuova o alternativa al vecchio standard lo dimostra la stessa dichiarazione preventiva rilasciata dall’assessore al turismo del comune di San Miniato, Massimo Gozzini: “Il modello della strada può essere un’opportunità – dice – ma nella discussione potrebbero emergere anche altre proposte più innovative. Quello che interessa in questo momento è creare una sinergia nel mondo del tartufo della nostra regione”.
Insomma qualcosa bolle in pentola e io farò di tutto per spingere i conferenzianti a rivelare cos’è.
Solo una cosa, per ora, è certa: progetti concreti ancora non ce ne sono, nulla di già deciso o di decidibile. Nessun carrozzone precostituito, in sostanza, e questo è già un buon punto di partenza. Quello di San Miniato si annuncia dunque come un autentico brainstorming tra addetti ai lavori. L’importante allora è che si voli alto, non terra terra. E nemmeno sottoterra.
Lì devono starci solo i tartufi.
A rileggerci per un commento ex post.