di ANDREA PETRINI
Cortona non è solo arte, monumenti e vigne di Syrah: il Monastero, recuperato e trasformato in hotel 5 stelle offre lusso, comfort gastronomico e pure una spa ricavata da una cisterna romana.
Cortona, affascinante borgo arroccato su una collina che domina la Val di Chiana, è un labirinto di vicoli e piazze, ricco di palazzi e monumenti. Perdendosi in questa bellezza, non è difficile imbattersi nel quattrocentesco Monastero che recentemente la famiglia Poli ha recuperato e trasformato in un hotel a 5 stelle.
E’ qui che tempo fa mi sono concesso un (meritato!) weekend.
Gli ambienti hanno mantenuto l’antica struttura conventuale: soffitti a travi o a volta, imponenti corridoi, loggiati e magnifici affreschi, alcuni dei quali emersi durante i lavori.
L’hotel dispone di 36 alloggi ricavati dalle antiche celle e di una spa situata addirittura all’interno di un’antica cisterna romana.
Ma visto che qui non siamo su una rivista di viaggi, bensì nella rubrica Garantito IGP, vorrei sottolineare che il Monastero di Cortona dispone anche dell’ottimo ristorante “Gli Affreschi”, nelle sale in cui, durante il restauro, sono stati scoperti dipinti che, alcuni esperti, potrebbero avere a soggetto la battaglia di montaperti tra i guelfi fiorentini e i ghibellini sensei. tra Guelfi e Ghibellini.
L’ambiente, intimo e raffinato, conta appena 18 coperti. Alla guida della brigata c’è lo chef Michele Ricci, originario di Sansepolcro, allievo di maestri importanti tra cui Gualtiero Marchesi, Luigi Sartini e Paolo Lopriore, e con esperienze anche in ristoranti stellati.
La sua idea di cucina, legata alla stagionalità e al ritmo della natura, è fatta di pochi ingredienti e vuole raccontare la tradizione toscana, rivisitata e alleggerita con tecniche moderne. Aperto tutti i giorni, offre oltre alla carta due menu degustazione di quattro portate: uno di terra e uno di mare. Il percorso di pesce, piuttosto insolito nell’entroterra toscano, riscuote grande consenso degli ospiti: ne è piatto simbolo il calamaro arrosto su crema di piselli e il suo inchiostro. Sul primo versante, invece, ecco la pappa col pomodoro servita sia come amuse-bouche che racchiusa all’interno dei plin, i pici tirati a mano, la cacio e pepe su vellutata di zafferano di Cortona, patè di fegatini di pollo, albicocche, gel di Vermouth di Cortona e cantuccio salato. Tra i più richiesti, il controfiletto di manzo con millefoglie di patate e cenere alle erbe, che richiama le vecchie braci, e il filetto di cervo, spinacino, topinambur e salsa al ginepro. Grande attenzione anche all’elemento vegetale: le verdure dell’orto vengono servite giocando con consistenze e colori. Tra i dolci spicca il classico tiramisù, ma proposto in tre forme diverse.
La carta dei vini, recentemente premiata da Wine Spectator, è curata da Tiziana Lai e comprende circa 300 etichette con il meglio della Toscana – da Cortona a Montalcino, da Montepulciano al Chianti Classico e Bolgheri – e scelte mirate da altre regioni di Italia, con alcune notevoli chicche.
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