Con una memorabile intemerata televisiva e un “manifesto” da sottoscrivere, un sinistrorso doc come Piero Sansonetti si distacca dal coro belante dell’antiberlusconismo isterico e sferza i compagni invitandoli a tornare in sé, senza trasformarsi in una “nuova destra, reazionaria, bigotta e illiberale, antifemminista, moderata e populista”. Grazie, Piero.
Meno male che Piero c’è. Nel senso di Piero Sansonetti, l’ex direttore di Liberazione e attuale direttore di Calabria Ora.
Meno male che c’è gente come lui, sulla cui fede a sinistra non si può dubitare, che in questi giorni concitati di risse televisive e agguati a colpi di puttane e di dossier, riesce a togliersi dagli occhi il prosciutto dell’isterismo accecante, la follia da caccia alle streghe e il risibile allarmismo che, trasversalmente, percorre tutte o quasi le cosiddette “opposizioni”. Le quali non sono opposizioni politiche, come sarebbe normale che fosse, a Silvio Berlusconi. E nemmeno opposizioni idelogiche, come, nel 2011, sarebbe meno normale ma comunque ammissibile. Ma che sono, contro ogni senso del ridicolo, personali. Da Fini a Di Pietro, da Lerner a Santoro, da Casini a Bersani: un gran buglione di coreuti che come tarantolati (e con un vastissimo seguito sul web, massima palestra di conformismo e di acefalìa planetaria), attaccano il premier su tutto, ma proprio tutto, tranne forse sul saper governare e sull’azione del suo esecutivo. E invocano chiunque pur di liberarsene: i giudici, il Papa, gli jettatori. Mancano i killer, ma forse arriveremo anche lì.
Cosa dice, di tanto rivoluzionario, Piero Sansonetti?
Lo potete leggere qui e ascoltare qui.
In sintesi dice: compagni, ma siete impazziti? Odiate al punto il presidente del Consiglio da invocare, contro di lui, l’intervento del Vaticano? Quel Vaticano che da sempre indichiamo come un nemico sociale? Siete diventati bigotti? “Non possiamo sperare nel carcere, nell’arresto dell’avversario più detestato, nei sistemi di intercettazione a tappeto, nella logica dei corpi separati per ottenere ciò che non abbiamo ottenuto con il consenso… Non lo credevamo, ma oggi la sinistra rischia una involuzione autoritaria, rischia di abituarsi a pratiche liberticide… E per di più questa involuzione si realizza circondata da una sorta di consenso totalitario, che si somma alla paura del dissenso per meschine finalità politiche o elettorali… Cari compagni, evitiamo di trasformare la sinistra in una nuova destra, pulita e reazionaria, bigotta e illiberale, antifemminsita, moderata e populista. Siamo ancora in tempo. L’Italia ha bisogno della sinistra. Non ha bisogno di manette né di intellettuali o di politici che giocano a fare gli sbirri”.
Grazie, Piero.