Falanghina dei Campi Flegrei DOC 2014 Contrada Salandra: suolo vulcanico con viti a piede franco e api operose danno dato una mano a Giuseppe Fortunato e a questo vino miracoloso.
Giuseppe Fortunato è tranquillo come un fiore ben piantato nel suo terreno e operoso come un’ape. Non produce fiori ma vini che ti fanno rifiorire e li produce grazie anche alle api che “lavorano assieme a lui”. Naturalmente non le ha messe a libro paga ma in arnie ben tenute e le api ricambiano svolazzando e aiutando la biodiversità dei suoi vigneti.
Giuseppe ha le vigne su un terreno ballerino, quello dei Campi Flegrei, dove coltiva Piedirosso e Falanghina. Sono vigne su piede franco perché il suolo è composto da sabbia e cenere vulcanica e qui la fillossera non campa. Nella piccola cantina ha solo acciaio, dove fermenta e tiene i suoi vini prima di lunghi affinamenti in bottiglia, tanto che esce sempre almeno un anno dopo tutti gli altri.
Durante l’ultima visita da lui ha stappato una Falanghina dei Campi Flegrei 2014 per capire quanto un’annata non certo facile viene interpretata da quello che potrei definire “apiviticoltore”.
Intanto sgombriamo il campo dalla sterile diatriba sulla 2014: per quasi il 90% della produzione si è trattato di un’annata tragica, per il resto il clima fresco e le giuste attenzioni in vigna, hanno spesso prodotto delle piccole opere d’arte. Adesso quel 90% non esiste più, ormai bevuto e digerito da tempo, ma è rimasta una parte di quel 10% che fa gridare al miracolo e porta a ribaltare i toni sull’annata da chi non riesce a capire le percentuali suddette.
La Falanghina di Giuseppe ne fa parte e lo dimostra con un colore dorato giovane e brillante e soprattutto con un naso floreale, fruttato, minerale, profondo e intenso che veramente riesce a “miracol mostrare” in bocca la freschezza è netta ma è ormai ingentilita dal corpo equilibrato, portando ad una chiusura sapida e molto lunga.
Un consiglio finale, anche senza arrivare agli 11 anni di questa Falanghina: qualsiasi bianco anche di livello inferiore a questo bevetelo almeno dopo tre o anche quattro anni dalla vendemmia. Farete un favore al vino e a voi stessi.
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