di ANDREA PETRINI
Toscana Rosso IGT “Luce” 1995 Tenuta Luce: figlio di un’annata rigida, il vino-sogno pensato all’epoca da Vittorio Frescobaldi e Robert Mondavi si fa ancora apprezzare per vigore e tensione.

 

Luce, il vino simbolo dell’omonima Tenuta, quest’anno celebra una ricorrenza importante: i 30 anni dalla prima vendemmia, datata 1993. Per festeggiare questo importante anniversario i proprietari, la Marchesi de’ Frescobaldi, hanno pianificato una serie di iniziative celebrative come lotti speciali da mettere all’incanto da Christie’s oppure – e questo mi riguarda più da vicino – organizzare una serie di degustazioni in tutta Italia per  far assaggiare a stampa e professionisti del settore alcune delle vendemmie più iconiche di questo vino, concepito da subito come un blend tra l’eleganza e la struttura del Sangiovese e l’avvolgenza del Merlot.

“Luce rappresenta per me molto più di una semplice vino”, racconta Lamberto Frescobaldi. “È un’esperienza, un viaggio personale nella vinificazione, che mi ha permesso di esplorare nuove tecniche e metodi, sia in vigna che in cantina e durante l’affinamento, valorizzando un terroir unico. Ogni vendemmia è stata un’avventura e un’opportunità per approfondire le mie conoscenze e arricchire la mia passione. Luce ha segnato profondamente il mio percorso di vita e di lavoro: è stato il mezzo attraverso cui ho scoperto il mondo, incontrando persone accomunate dalla stessa attenzione per il vino, con cui ho condiviso anche storie e culture.”

Prima di parlarvi di Luce 1995, degustato nell’ambito di una verticale che arrivava fino alla 2022, ultima annata prodotta, è bene ricordare che la storia di Tenuta Luce ha inizio nei primi anni Novanta ed è segnata dall’incontro di Vittorio Frescobaldi con un altro grande personaggio del vino, Robert Mondavi. Uomini lungimiranti, che scelsero Montalcino per avviare insieme un progetto di vino che andasse oltre i confini della tradizione, senza tuttavia rinnegarla. A fianco di Vittorio e Robert furono coinvolti sin dall’inizio anche i rispettivi figli, Lamberto e Tim, allora giovani enologi.

Le prime due annate di Luce, 1993 e 1994, vennero presentate insieme nel 1997 stimolando da subito grande curiosità e interesse: Luce venne immediatamente percepito come un prodotto innovativo, dal respiro internazionale e, vendemmia dopo vendemmia, anche dopo la fine della partnership con i Mondavi (nel 2004), il vino ha continuato ad affermarsi sulla scena enologica mondiale tanto da essere esportato oggi in 80 paesi.

Tornando a Luce 1995, la prima cosa che mi ha impressionato è stata la sua inaspettata freschezza, figlia di una annata che, in un certo senso, ha esaltato (vivaddio) le caratteristiche peculiari del Sangiovese, mantenendo sotto una sorta di cono d’ombra il Merlot. La cui morbidezza ha apportato sì sfumature, ma senza stravolgere l’identità territoriale del vino. Dal punto di vista sensoriale la 1995 mi ha incantato perché il suo naso è un viaggio olfattivo attraverso il tempo, con profumi terziari che si esprimono in tutta la loro complessità: dalla macchia mediterranea all’affumicatura sottile, fino alle note evocative di viola appassita e di frutta rossa matura ma non declinata alla confettura. In bocca la sua vitalità sorprende, con una succosità che esalta il frutto e una dinamicità che lo rende agile e piacevole. La struttura è solida ma elegante e dotata di una bella tensione acida che ne ravviva il sorso. I tannini si sono ammorbiditi con il tempo, fondendosi armoniosamente con gli altri elementi del vino, per un finale lungo e persistente, dominato da una piacevole sensazione balsamica che ne sottolinea la classe.

Note tecniche: Luce affina per 12 mesi in barrique di rovere francese (66% nuove, 33% di primo passaggio) e per 6 mesi in botti di rovere di Slavonia. Viene imbottigliato dopo 18 mesi.

 

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