C’era una volta la denominazione di origine controllata, sinonimo di qualità entrato nel linguaggio comune. Oggi sono troppe e valgono come uno spot pubblicitario. Ma un amico le ha censite tutte e riportate sulla carta geografica. Che spettacolo. Altro che big bang.

Mesi fa avevo giurato, nauseato dalla proliferazione, oltre ogni decenza e senso del ridicolo, delle doc e delle docg dei vini italiani, che mai più mi sarei occupato dell’argomento su questo blog.
E non ho cambiato idea dopo aver assistito alla presentazione, giorni fa, della nuova Doc Maremma: un catafalco di 39 (trentanove) tipologie di vino diverse, molte delle quali mai prodotte finora (alla faccia dell’attestanda tradizione), che forse costituirà un eccellente trampolino di marketing, ma che per il resto va contro ogni logica diversa da quella della pura promozione territoriale e/o dell’opportunismo politico. Cose che peraltro vanno spesso a braccetto.
Ogni ulteriore discorso mi pare dunque, in effetti, inutile: la degenerazione dell’istituto della denominazione di origine controllata (e poi garantita), trascolorato da strumento di garanzia storica e qualitativa in mero bollino commerciale, è compiuto e irreversibile.
E’ per questo che, ai miei occhi, appare mirabile l’amanuense dedizione certosina che l’amico Roberto Giuliani, deus ex machina di Lavinium.it nonché membro del “gruppo IGP” ben noto ai miei lettori, ha dedicato negli ultimi mesi a un’impresa davvero titanica: una rimappatura completa, tramite Google Earth, delle oltre 400 doc e docg italiane, incluse quelle ormai approvate ma non ancora pubblicate in Gazzetta Ufficiale.
Roba da non crederci.
Insomma appassionati, critici, giornalisti, masochisti, fustigatori dei costumi e anche semplici curiosi che volessero togliersi lo sfizio di andare vedere su una mappa aggiornatissima la perimetrazione dell’eccedentaria produzione italica di denominazioni di origine controllata, sanno dove guardare.
Ne usciranno estasiati. O inclini al suicidio. Ma è un ‘esperienza da fare, se non altro per capire come va il mondo dell’enoburocrazia
Buon divertimento…