Come chi mi legge fedelmente sa bene, da quando banche e assicurazioni hanno smesso di regalare calendari e agende da tavolo, nulla è diventato più rimpianto e prezioso del vecchio diario da scrivania o da borsa, quello cartaceo dove annotare appunti e appuntamenti, spillare biglietti e ricevute, fare disegnini durante le telefonate noiose o di cazzeggio, verificare la cadenza di onomastici e feste comandate: e almeno in questo non c’è web che tenga.
In tempi di banche grasse, questi gadget finivano per diventare ingombranti, perfino fastidiosi: se n’era alluvionati, io stesso ne distribuivo a destra e a manca, molte agende restavano inutilizzate nei cassetti e allo scoccare dell’anno nuovo parecchie di esse, anche di pregio, finivano malinconicamente nella spazzatura.
Errore, perchè ogni tot anni le sequenze dei giorni e delle settimane del passato si ripropongono identiche, con la sola eccezione della Pasqua.
Il 2018, ad esempio, sarà uguale al 2007 e al 2001.
E ora tutti a scartabellare tra gli scatoloni in cantina o in soffitta…
