Si è chiusa ad Aldeno (TN) l’undicesima edizione della Mostra dei Merlot d’Italia. Una kermesse a misura d’uomo (e di vino) che brilla per professionalità e per passione. Quest’anno oltre 120 campioni in libera degustazione, senza sgomitate e presenze moleste, con molte conferme e qualche sorpresa sul modo in cui i nostri produttori “interpretano” questo vitigno un po’ controverso. Anche se il mainstream del “merlottone” sembra tuttora imperare.

Sebbene il vitigno non sia tra i miei preferiti – un po’ per le sue caratteristiche intrinseche e soprattutto per l’abuso quali/quantitativo che se n’è fatto in Italia nell’ultimo decennio – sabato scorso ho dedicato volentieri mezzo pomeriggio a farmi un giro a Mondomerlot, la piacevole rassegna che un gruppo di appassionati guidati Damiano Dallago organizza ormai da undici anni nel paese di Aldeno, alle porte di Trento.
L’occasione era ghiotta: assaggiare oltre cento campioni di Merlot in purezza o di rossi a base Merlot, provenienti da ogni parte d’Italia. Non solo i soliti merlottoni blasonati, carissimi, alcoolicissimi, superbicchierati, iperlegnosi, ultraconcentrati e di solito inutili, quindi, ma anche tante etichette e stili “minori” (virgolette d’obbligo) che altrimenti sarebbe stato impossibile sia degustare che confrontare una per una. L’ideale per farsi un’idea, da bravo cronista, di ciò che bolle nella pentola degli entusiasti di questa varietà internazionale tanto amata e al contempo tanto odiata dai critici.
Si è trattato di un tempo investito bene.
Accanto a tante banalità e ad alcuni vini senza capo né coda (ma questo è inevitabile in qualunque rassegna e riguarda anche nomi prestigiosi) non è mancata infatti qualche bella sorpresa, incluse etichette godibili e fresche di prezzo ragionevole e, udite, all’incredibile grado alcolico di 12,5/13°. A dimostrazione che accanto ai prodotti masticabili, solitamente perniciosi per palato e portafogli, il panorama vinicolo nazionale offre un ampio ventaglio di apprezzabili alternative.
E’ però la formula della kermesse che mi è parsa particolarmente azzeccata. Accanto a un nutrito calendario di iniziative collaterali (compresa la premiazione dell’8° Concorso Merlot d’Italia, vinto quest’anno da Maremma Igt Merlot 2008 di La Cura di Massa Marittima, la presentazione in anteprima di nuovi prodotti, seminari di abbinamento e di degustazione, convegni tecnici e “cene d’autore” affidate stavolta allo stellato Claudio Melis della Sirola di San Cassiano) ho scoperto una mostra raccolta, quasi intima, con un che di familiare che riconcilia con l’occasione. Le bottiglie sono tutte esposte, individuabili, ben illuminate, complete di scheda analitica, disposte su un bel piano spazioso e bianco su cui si possono appoggiare bicchiere, catalogo ed oggetti. Ci si serve da soli, ma nella sala sono a disposizione i sommelier per qualunque necessità. Il visitatore ha così la possibilità di toccare la bottiglia, scrutarla, soppesarla, compulsarla per tutto il tempo che vuole. Signore eleganti e silenziose passano periodicamente, avendo cura che i ripiani rimangano lindi. Nessun assalto, nessuna coda, nessun bevitore da strapazzo nonostante il prezzo d’ingresso popolare (13 euro; 25 euro invece per la degustazione guidata, in un’ area riservata, dei dieci e costosi “top Merlot” selezionati dagli organizzatori). Il tutto in un bel teatrino liberty al centro del paese, dove il brusio degli appassionati non lascia mai il posto alle cagnare. Fuori, sobrie tensostrutture per gli incontri e gli stand gastronomici, senza effluvi e senza spiacevoli atmosfere da sagra. Bene, insomma.
Per non parlare dell’opportunità avuta di conversare amabilmente di vino, scambiandosi opinioni e inviti all’assaggio, con gli organizzatori, i sommelier, i produttori o anche i semplici visitatori. Un valore aggiunto che non ha prezzo e che, a mio modestissimo parere, rilancia l’idea delle fiere tematiche capaci di coagulare intorno a sè, senza costi eccessivi nè dispersioni di spazio o di energie, gli specialisti e i cultori di certi settori.

Per la cronaca, ecco il dettaglio dei “top”, dei “new” e dei vincitori del concorso.

Top Merlot: Brenntal, Alto Adige Doc Merlot, Cantina produttori di Cortaccia (BZ); Desiderio, Cortona Doc Merlot, Avignonesi (Montepulciano, SI); FSM, Toscana Igt Merlot, Castello di Vicchiomaggio (Greve, FI); L’Apparita, Toscana Igt Merlot, Castello di Ama (Gaiole, SI); Lampione, Toscana Igt Merlot, Tenuta Castelgiocondo (Montalcino, SI); Montiano, Lazio Igt Merlot, Falasco (Montecchio, TR), Patrio, Irpinia Rosso Igt, Feudi di San Gregorio (Sorbo Serpico, AV); Pivier, Rosso delle Dolomiti Igt, Cesconi (Lavis, TN); Sante Rosso, Piave Doc Merlot, Cecchetto (Teze di Vazzola, TV); Sicilia Igt Merlot, Planeta (Menfi, AG).

New Merlot: Serberto 2008, Toscaa Igt Merlot, Villa Petriolo; L’Urlo 2008, Toscana Igt Merlot, Urlari; Morione 2006, Toscana Igt Merlot, Castello di Montepò; Salici 2006, Sicilia Igt Merlot, Baglio di Pianetto.

Concorso Nazionale Merlot d’Italia 2010: primo assoluto (e primo nella categoria “Igt Annata 2009/2008”): Maremma Igt Merlot 2008, La Cura (Massa Marittima, GR). Seguono l’Alto Adige Merlot Riserva “Siebeneich” 2008 della Cantina dei Produttori di Bolzano, il Colli Berici Merlot “Fra i Broli” 2008 dell’azienda Piovene e il Colli Bolognesi Merlot “Guidesco” 2008 dell’azienda Folesano. Miglior Merlot trentino: Doc Trentino Merlot “Bottega Vinai” 2008, Cavit. Nella categoria “Igt Annata 2009/2008”, oltre al vincitore assoluto, sono stati premiati anche il Maremma Toscana Merlot “Abundantia” 2008 dell’azienda Rigoloccio e il veneto Merlot “Chieto” 2008 dell’azienda Cescon.
Tra i “Doc e Docg Annate Precedenti” il premio è andato invece al Langhe Merlot 2004 di Enzo Boglietti, al Colli Orientali del Friuli “AltroMerlot” 2007 dell’azienda Torre Rosazza e al Colli Euganei Merlot “Miro” 2007 della Fattoria Monte Fasolo. Nella categoria “Igt Annate Precedenti” i primi trte classificati sono risultati il “Patrimo” 2006 di Feudi di San Gregorio, il “Rossombroso” 2007 dell’azienda Solatione e il Merlot 2007 di Planeta.