Leggo con sincero sbalordimento che un liceo di Milano intenderebbe “cancellare” le pagelle di metà anno per non stressare ulteriormente i già stressatissimi studenti.

Al cospetto di notizie come questa, la tentazione di fare ironie è forte. E di chiedersi ad esempio come siano sopravvissute quelle decine di generazioni che le pagelle le hanno ricevute ogni trimestre o quadrimestre. Oppure in cosa consista lo stress, considerato il riconosciuto modesto livello di preparazione media, per non dire di asinita’ dichiarata (carta e soprattutto social cantano), dei nostri scolari.

Ma me ne asterrò.

E porro’ un interrogativo molto più inquietante.

Ossia: a quale livello di fragilità devono essere arrivati i nostri adolescenti se, in una scuola dalle pretese oggettivamente basse, davvero rischiano l’esaurimento nervoso per una semplice pagella?

Che tipo di sviluppo, crescita, maturità c’è da aspettarsi al cospetto di una prospettiva di vita che, come tutte le prospettive di vita, non può pretendere l’eterna presenza di reti e salvagente?

Trovo tutto ciò assai più angosciante di una pagella piena di tre.

Mi pare una questione serissima.