Vuoi comprare una cosa su internet pagando con la carta di credito? “Non è mai stato più facile“, ti rassicura con tono garrulo un cretinetti sullo spot.
Bene.
Sei titolare di una carta di quelle per rilasciarti la quale ti hanno fatto la radiografia, ti hanno interrogato con tecniche da DDR e riempito di ogni possibile password, codice di sicurezza, controcodice e riconoscimento vocale.
Vai sul sito, compili tutto e click!, non è mai stato più facile!
Più facile un tubo (vorrei scrivere altro ma sono educato).
Lo schermo ti dice infatti che, per la tua sicurezza, la banca deve autorizzare il pagamento.
Mah, visto che i soldi sono miei e che mi hanno dato ogni sorta di parola d’ordine, non ne vedo il bisogno, ma non si sa mai.
Clicchi sul bottone.
Ruotina che gira e soprattutto le fa girare, faccina triste (ormai siamo trattati come bimbi dell’asilo) e sentenza: “Autorizzazione non concessa”. Chiamare la filiale o il numero verde. Come non concessa?
Primo accesso d’ira: non ho da perdere tempo, cribbio.
Comunque chiamo la filiale: occupato fisso. Richiamo: squilla libero per ore, senza risposte.
Augurio di morte all’intero istituto di credito (“siamo a sua disposizione…“) e chiamata al numero verde.
Il solito disco of my bollocks ti dice quali opzioni scegliere.
Scegli la tua.
Dopo quindici minuti di reclame e di avvisi su sicurezza, registrazione, etc un altro disco mi dice di scegliere un’altra opzione.
Lo faccio.
La vocina mi dice ora che sul sito dell’ecommerce devo digitare il pin della app (il sito però non mi ha chiesto alcun pin, anche perchè non ho, nè ho intenzione di chiedere o tantomeno usare alcuna app) oppure quello temporaneo che subito mi verrà dato se premo in tasto x.
Lo premo e il sistema mi rimanda al menu precedente.
Secondo accesso d’ira. Madonne varie. Intanto è passata mezz’ora, io (ripeto) ho da fare e di acquisto neanche l’ombra.
Richiamo più volte la filiale, che ovviamente non risponde.
Nel trattempo è scaduta la transazione on line e dovrei ricominciare daccapo.
Guardo l’orologio: a comprare un’auto dal concessionario avrei impiegato lo stesso tempo.
Spengo tutto e a quel paese ecommerce, rivoluzione digitale, tracciamenti vari, banche, carte di credito e soprattutto gli aedi che vorrebbero farci credere che tutto ciò non è una forma occulta di truffa e schiavismo, ma un progresso.
Comunque, alla faccia loro ho risparmiato 500 euro e loro hanno perduto la grassa provvigione che avrebbero voluto lucrare sull’acquisto.
Tie’!