E’ nata a Faenza, con l’elezione e l’insediamento del primo direttivo nell’ambito del Forum del giornalismo musicale del Mei, l’AGIMP, cioè l’associazione dei giornalisti e critici musicali legati a linguaggi popolari. Ho aderito, ma è una scommessa difficile in un settore quasi in coma.

 

Dio solo e i miei lettori sanno se non ho creduto, e se non credo ancora, nell’associazionismo giornalistico, a cui ho dedicato nel tempo lavoro e passione, convinto come sono che esso sia una delle poche chiavi serie rimaste per salvare una professione in caduta libera.
A incrinare, ma non a spezzare le mie certezze, in quasi tutti i settori del giornalismo di cui mi sono occupato in un’ormai non più verde carriera, sono spesso venuti lo spessore talvolta impalpabile di una gran parte dei colleghi, la loro sovente nessuna consapevolezza professionale e, altrettanto spesso, l’amara constatazione che certe iniziative sarebbero state giuste, anzi sacrosante, e quindi efficaci se intraprese dieci anni prima e portate avanti con un maggior rigore.

Gli stessi inquieti sentimenti mi hanno accompagnato l’altro giorno a Faenza per il Forum del giornalismo musicale del Mei, nell’ambito del quale era prevista la riunione dell’assemblea costituente dell’Agimp, l’associazione dei giornalisti e critici musicali legati a linguaggi popolari di cui si parla da almeno un biennio e che, sotto gli auspici del collega Michele Manzotti e di altri volonterosi, sembra aver trovato almeno una prima quadratura del cerchio: è stato infatti presentato e approvato l’atto costitutivo ed è stato eletto il primo direttivo (composto da Fabio Alcini, Simona Cantelmi, Luciano Lattanzi, Michele Manzotti, Alex Pierro), che dovrà redigere il regolamento attuativo destinato a riempire le molte inevitabili lacune dello statuto.

Ovviamente ho aderito pur preferendo – considerata la mia ahimè ben nota scarsa accondiscendenza caratteriale – evitare di candidarmi a una carica che, in questa delicata fase di fondazione, richiede l’elasticità e la pacatezza che so di non avere.

Ho augurato quindi ai colleghi buon lavoro e offerto loro, se gradita, la mia collaborazione e un trentennio di esperienza nel settore associativo tra giornalisti.

Con un breve intervento che ho fatto in sede di dibattito, ho chiesto solo una cosa come premessa secondo me indispensabile per la buona riuscita dell’operazione: che, a prescindere da quali saranno le norme di dettaglio sui modi di accesso all’Agimp e di selezione dei candidati a socio, sia sempre tenuta in prima fila l’esigenza di garantire il rispetto, da parte dell’associazione e dei singoli aderenti, del rigore, della deontologia e della professionalità, nella convinzione che la credibilità di un’istituzione stia, innanzitutto, in quella di chi, individualmente, la compone.

E siccome nel settore della musica, come in altri affini, la passione spesso sconfina nel dilettantismo e che questo consiste non tanto in un dilettantismo economico, quanto in un’etica disinvolta e nella nessuna consapevolezza della differenza che intercorre tra critico e fan (per non dire tra critico e pr), credo ci fosse bisogno di sottolinearlo.

Ed ora mettiamoci sotto e guardiamo al futuro con ragionevole ottimismo, facendo finta di non vedere lo stato comatoso in cui versa l’editoria musicale, dalla quale tutti, lo si voglia o meno, come giornalisti dipendiamo.

L’indirizzo per contattare l’associazione e ricevere informazioni su come iscriversi è: associazioneagimp@gmail.com