E’ scomparso ieri – ironia della sorte, nel giorno di inaugurazione del Vinitaly – Franco Biondi Santi, il simbolo del vino di Montalcino nel mondo. Un aneddoto inedito e un ricordo personale.

La notizia è piombata sul Vinitaly appena inaugurato, come una doccia fredda. Anzi, gelida. Perchè Franco Biondi Santi era davvero una di quelle pochissime persone che “ci sono” e non possono “non esserci“.
Invece se n’è andato, all’età di 91 anni.
Lascio ad altri il compito di commemorare come merita uno degli ultimi portabandiera del Brunello “antico”, con tutte le qualità che questo aggettivo sottintende.
Qui mi piace celebrarlo con un ricordo personale e una dedica.
Il ricordo è del febbraio del 1988, l’anno del centenario del Brunello di Montalcino, di cui lui era l’unico a conservare quattro preziosissime bottiglie della vendemmia 1888. Una la regalò al Presidente della Repubblica, le altre le teneva in cantina e me le mostrò in controluce.
Era attorno a mezzogiorno, mi pare.
Io ero un giovane cronista alle prime armi, lui il “signore del vino” che tutti conoscevano. Gentile e affabile, forse intenerito dall’aver conosciuto mio padre e mio nonno. Ma anche un po’ strano. Occhieggiava all’orologio. Vagheggiava di Sangiovese Grosso ma pareva aver un po’ la testa altrove.
Avvicinandosi l’ora di pranzo, attraversammo a piedi la grande casa del Greppo. Lui davanti, alto e elegante, e io dietro.
Poi si bloccò, di colpo, davanti alla tv spenta. Si voltò lentamente verso di me e mi disse: “Le dispiace se accendo un attimo“?
Lì per lì fui colto di sorpresa, ma dentro i miei occhi si illuminarono perchè intuii che anche lui aveva in mente la stessa cosa a cui pensavo io.
Ci capimmo al volo: scatta il telecomando e ci immergiamo tutti e due nel vero appuntamento della giornata, la seconda manche di Alberto Tomba nel gigante di Calgary. Medaglia d’oro epica. Euforia collettiva. Giubilo condiviso.
Il resto della visita, pranzo compreso, furono un inno al Brunello e ad Albertone.
Dopo ci siamo rivisti spesso.
Per ragioni oscure, Franco Biondi Santi mostrava di apprezzare i miei scarabocchi vergati a caso durante interviste e riunioni. Sulle prime pensavo scherzasse, poi mi resi conto che me li chiedeva regolarmente, quasi ne fosse un collezionista. E continuai a regalarglieli. Deve averne parecchi nei cassetti.
Adesso era però qualche anno che non ci vedevamo.
E non avendo fatto in tempo a salutarlo gli regalo, virtualmente, un ultimo disegno. E’ d’epoca. Ed è quello che apre questa pagina.
So long.