Premiati in Toscana i vincitori del concorso internazionale “Il Magnifico”, dedicato a due “maestri” della materia come Marco Mugelli e Massimo Pasquini. Uno fiorentino, uno di Bolgheri, uno pugliese e un marocchino. E qui sta la sorpresa.

Marco Mugelli, scomparso prematuramente nel 2011, è stato uno dei pasionari dell’extravergine, anzi forse il pasionario per eccellenza. Intransigente, polemico, rigoroso a volte fin oltre il (dagli altri) tollerabile. Ci siamo scontrati, dialetticamente e teoreticamente, infinite volte, soprattutto all’epoca della battaglia sulla doc dell’olio toscano, di cui fu un fiero sostenitore. Poi, da assaggiatori, ci siamo scontrati sulle questioni organolettiche e sulle tecniche della degustazione: per buttarla in letteratura, diciamo che lui era un atticista, fanatico cioè della purezza lineare del gusto, dell’assoluta pulizia del prodotto, mentre io ero più asiano e prediligevo olii magari meno inflessibili, ma più ricchi di vita e personalità. E anche lì erano liti. Sempre bonarie, ma accese. Da alcuni anni l’avevo perso di vista e mi è dispiaciuto molto sapere della sua repentina dipartita: lo stimavo e mi stimava. Dalla sua scuola sono usciti non solo decine di assaggiatori, ma anche decine di produttori e di frantoiani, pronti a tutto pur di applicare i suoi rigidissimi dettami.
Massimo Pasquini era l’alter ego pacato di Mugelli. Serio, competente, appassionato, si era anch’egli dedicato con slancio all’extravergine e alla grande scommessa della sua valorizzazione, croce e delizia di tanti agricoltori.
Ironia della sorte, è mancato a poche settimane di distanza dall’amico.
E per commemorarli, nonchè per perpetuarne il messaggio, è nata l’anno scorso l’Associazione Premio il Magnifico, organizzatrice del primo Il Magnifico Extra Virgin Olive Oil Award: un concorso per olii extravergini di tutto il mondo che punta, hai detto poco, a far emergere l’eccellenza.
Solo chi bazzica le cose oleicole può sapere in che razza di ginepraio devono essersi trovati i promotori dell’iniziativa ma, e questo è già un gran successo, alla fine ce l’hanno fatta.
E così l’altra sera, nel bel Castello del Nero di Tavarnelle val di Pesa, è andata di scena la premiazione, con tanto di chef di vaglia a misurarsi in un menu finale a base, ça va sans dire, di extravergine. Anzi, dei quattro extravergini premiati tra i 102 (82 italiani e 20 stranieri) partecipanti.
L’Azienda Agricola Fonte di Foiano di Castagneto Carducci (LI), con il suo Grand Cru, si è aggiudicata il primo posto assoluto. Olio in effetti ottimo, dal profumo fragrante e quasi vibrante, di gusto pieno ma equilibrato, con note di carciofo spiccate e venature di erba fresca, piacevolmente piccante, che ne fanno un tipico esempio di “mugellitudine” olearia.
L’Igp Toscano delle Fattorie Parri di Montespertoli (FI) ha ottenuto il Premio Massimo Pasquini per la tipicità: delicatamente fruttato al naso, al palato è composto, sapido, fresco e, come la giuria ha giustamente rilevato, adatto a molteplici abbinamenti.
Le Tre Colonne dell’Azienda Agricola Salvatore Stallone di Molfetta (BA), che ha ottenuto il Premio Marco Mugelli, è la riprova del grande potenziale qualitativo che le regioni meridionali custodiscono se lavorano bene e con i metodi giusti. Quest’olio si distingue per la sua estrema pulizia e linearità, che nulla toglie tuttavia alla sapidità e alla potenza mai esondante del prodotto.
Il Premio Internazionale è andato infine al Domaine Arije Proprieté ZDA, azienda magrebina di proprietà francese ubicata a 500 mt slm, alle falde dell’Atlante, a sud est di Marrakech. Nata da un progetto sperimentale realizzato per verificare la fattibilità della spremitura di olive da tavola, ha presentato un olio che è un taglio di olive locali Beldì e delle francesi (sempre da tavola) Picholine Languedoc. Il risultato è stato sorprendente non solo per gli assaggiatori (che non a caso l’hanno anche classificato come secondo assoluto del concorso) ma pure per il sottoscritto: è un extravergine di grande potenza ma niente affatto invasivo, con un amaro spiccato ma gentile, molto armonico, ricco di un profumo intenso di verde e di erba tagliata, incisivo, ampio, con un finale piccante in perfetto equilibrio con la struttura muscolare del prodotto.
Chiosa finale per gli invidiosi: la cena è stata preparata da Natascia Santandrea della Tenda Rossa di Cerbaia, che ha proposto un antipasto con pesce azzurro e l’Igp delle Fattorie Parri; da Luca Di Pirro del Ristorante La Torre del Castello del Nero, che ha preparato conchiglie ripiene di baccalà confit con cipolle e salsa al pomodoro e basilico ed extra vergine Le Tre Colonne di Salvatore Stallone; da Sonia Visman dell’Albergaccio di Castellina in Chianti, che ha seguito con pancetta di vitellone chianino con salsa al Vin Santo, cipolle cotte sotto la cenere e pinzimonio di verdure con Grand Cru’ della Fattoria di Foiano; e infine da Matia Barciulli dell’Osteria di Passignano, che ha chiuso con una crostatina di frolla d’olio con confettura di fichi e mirtilli freschi, gelato all’olio con biscotto alla mandorla, utilizzando l’extra vergine magrebino del Domaine Arije.