L’agenzia fotogiornalistica Atlantide di Firenze celebra l’anniversario con una mostra di 600 tra copertine e doppie pagine pubblicate sui giornali di tutto il mondo. Un viaggio dalla pellicola al digitale attraverso 135 paesi, 240mila scatti e 2.400 puntine da disegno. Quelle necessarie a fissare il tutto sul soffitto dell’atelier

Sono andato a vedere e ho versato qualche virtuale lacrimuccia di nostalgia. Quindi mi sono fatto due conti.
Seicento foto, anzi seicento doppie pagine prese da altrettante riviste, appiccicate su un cartoncino bristol e fissate a un supporto con le puntine da disegno, significano piantare col pollice duemilaquattrocento di dette puntine. Altro che crampo dello scrittore. Visto poi che ogni pannello misura 40 x 50 cm e pertanto 2.000 cmq, mettere insieme i seicento pannelli equivale a una superficie di 1.200.000 cmq, ovvero 120 metri quadrati. Centoventi metri quadrati corrispondono all’incirca alle dimensioni di due ampi monolocali.
Tanto premesso, quanto sopra significa che quei diavoli dei miei amici di Atlantide – ovvero Stefano Amantini, Massimo Borchi e Guido Cozzi, fondatori e titolari dell’agenzia fotogiornalistica fiorentina specializzata in immagini di viaggio – per celebrare il ventennale del sodalizio si sono messi in testa (riuscendoci, oltretutto) di tappezzare le pareti della Tethys Gallery, il loro atelier di via Maggio, con l’equivalente di due monolocali di loro foto: quelle pubblicate nell’arco di due decenni dalle riviste di tutto il mondo. E, mi ha confessato uno di loro, altri 120 mtq di immagini sono rimaste, per mancanza di spazio, nel retrobottega.
Ora, voi prendete un bel fondo in una delle più celebri vie del capoluogo toscano, quella “degli antiquari”, foderate l’ingresso (soffitto e parte del pavimento inclusi) coi bristol di cui ho detto, appendete al solaio della sala dei totem anch’essi foderati con i medesimi oggetti, imbullettati pure a una serie di pannelli a parete, e capirete l’effetto ottundente che fa visitare la mostra allestita per l’occasione.
Sindrome di Stendhal? Amarcord? Un catulliano “conturbabimus illa, ne sciamus“?
Un po’ di tutto va detto. Perchè la mostra si presta ovviamente a tante letture.
Per chi ha vissuto un certo mondo tramontato appena ieri, ma che oggi sembra sepolto nel più remoto passato, quello del reportage, è una via di mezzo tra la nostalgia e la rimpatriata, un ritrovo tra reduci che però in fondo si sentono ancora e solo veterani, una boccata di ossigeno autoconsolatorio e al tempo stesso commovente. Ricercare i luoghi (e a volte le avventure condivise con gli autori delle foto), riconoscere le firme in calce agli articoli, rammentare testate, direttori, colleghi e stili grafici non ha prezzo. Anzi, uno ne ha e si misura, ahinoi, nel tempo trascorso.
Ma se questa è fatalmente, per il sottoscritto, la prima e più facile chiave di accesso, molte altre ne esistono.
“Questi vent’anni – scrivono gli interessati introducendo l’iniziativa – nel mondo della fotografia sono stati come secoli e hanno portato cambiamenti epocali. La pellicola è stata ritirata dal mercato proprio quest’anno e l’avvento del digitale ha cambiato le immagini in modo definitivo, ma ancora più forte è stata la rivoluzione portata dall’arrivo di internet, che ha letteralmente stravolto il modo di circolare delle immagini, adesso accessibili a tutti, facendo chiudere una miriade di agenzie e di testate”.
Ma gli “atlantidi” non si sono persi d’animo. Un paio d’anni fa hanno aperto la Tethys, galleria di “ine art photography“, e ora “per venire incontro alle nuove esigenze del mercato” (e per assecondare la loro vena tecnologica, ndr) insieme a Zumedia per la grafica e a Nephila per la progettazione informatica, hanno fondato la società virtualeFLAPP – Florence App Factory”, che ha appena fatto partire il progetto LOVING per la vendita, su iTunes e Apple Store, di dodici raccolte fotografiche su altrettante città europee. Ogni raccolta avrà un portfolio introduttivo e quaranta temi di esplorazione e approfondimento, non solo sui monumenti più importanti, ma anche sui luoghi simbolici e le curiosità cittadine, in una serie di itinerari tematici tra arte e architettura. In tutto saranno 250-300 foto per raccolta, con qualche spezzone video, ricostruzioni virtuali e suoni raccolti sul campo. Il primo titolo sarà Firenze, seguito presto da Amsterdam, Barcellona, Berlino, Istanbul, Lisbona, Londra, Madrid, Parigi, Praga, Roma e Venezia. “Il tutto, ovviamente, multilingue“, chiariscono.
Eppure il bello non è solo questo. Nè il fatto, già onestamente singolare, che per quattro lustri costoro siano riusciti, caso più unico che raro, a restare professionalmente uniti in un’avventura partita nel 1991 con “un piccolo prestito in banca e un viaggio in macchina per le maggiori città europee dove si trovavano le più importanti riviste del settore”, poi trasformatosi in committenze da parte di testate come Stern e il New York Times, Sunday Times Travel eNational Geographic, Rutas del Mundo e GEO Saison, Gente Viaggi e Bell’Italia, Panorama Travel e D – La Repubblica delle Donne, nonchè in un archivio di 240mila foto digitalizzate scattate in 135 paesi del mondo.
Il bello per davvero è che hanno mantenuto il senso dell’artigianalità e della manualità che connota il lavoro del reporter.
Un esempio: avete presenti le 2.400 puntine da disegno necessarie a fissare sui pannelli le 600 doppie pagine e le copertine della mostra? Ecco, le hanno piantate a mano tutte loro, in un’estate.
Così almeno dicono. Ma conoscendoli può anche darsi che sia vero.

ATLANTIDE 20 anni
Fotografie di
Stefano Amantini, Massimo Borchi e Guido Cozzi
1 dicembre 2011 – 5 febbraio 2012
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle19.00 – il sabato dale 15.00 alle 19.00

tethys gallery
FINE ART PHOTOGRAPHY
Via Maggio 58r, – 50125 Firenze
tel. +39 055 2286064 – fax +39 055 2286057
e.mail. info@tethysgallery.com – www.tethysgallery.com