Un piccolo omaggio a una grande serata, all’amicizia e alle cose che valgono.
Soundtrack: http://www.youtube.com/watch?v=rYiD6CYqMnE&NR=1 “We used to know”, Jethro Tull
Per definizione e per lavoro i giornalisti sono “amici” di tanta gente.
Lasciamo quindi da parte le amicizie di puro (co)interesse, per non dir peggio. Restano comunque tutte le altre. Che, proprio in quanto numerose, per essere filtrate hanno bisogno di essere anch’esse a loro volta ordinate, messe in un elenco gerarchico o addirittura qualitativo.
Naturalmente, la qualità e la credibilità di queste amicizie saranno tanto maggiori quanto minore è il grado di ipocrisia, convenienza, formalità, opportunismo del rapporto che fa loro da presupposto.
Ebbene, non ho difficoltà a dire che l’amicizia mia e di mia moglie Daniela con Jorg e Sonya Trafojer, titolari del ristorante Kuppelrain di Castelbello (BZ), appartiene alla categoria più alta. Un caso unico o quasi, per quanto mi riguarda, perché sebbene si tratti di alti professionisti della ristorazione e quindi di persone con un’attività in qualche modo contigua a quella del mio lavoro, so benissimo che si tratta di amici che – e la prova sta in una conoscenza ormai ultraquindicennale – loro sarebbero stati tali a prescindere da qualsiasi mestiere avessero svolto.
L’ennesima dimostrazione si è avuta domenica 13 dicembre, quando i Trafojer ci hanno invitato alla presentazione del loro nuovo libro, “Cucina creativa in Alto Adige” (Edizioni Raetia, Bolzano).
Non tanto e non solo perché Jorg e Sonya avevano chiesto anche a me un modestissimo contributo. Non tanto e non solo perché si tratta in effetti di bel volume illustrato di ricette del talentuoso chef. Bensì perché l’opera è un omaggio, anzi una dichiarazione d’amore, alla loro Val Venosta, alla loro famiglia e ai loro amici. Dei quali siamo onorati di far parte.
E siccome coll’esperienza abbiamo imparato a capire quando le nostre visite agli amici sono veramente gradite, posso affermare che poche volte mi sono sentito atteso, gradito e ospitato volentieri come a Castelbello dieci giorni fa. Davvero. Eravamo tra estranei, ma l’atmosfera era di tale e sincera condivisione che è stato spontaneo ambientarsi subito. E poi c’erano le chiacchiere, i vini serviti da Sonya e i loro produttori, i piatti di Jorg, il castello illuminato che occhieggiava dalla finestra, la musica.
Credo che quanto è stato bello e piacevole andasse detto e io lo dico. Lo dico qui, pubblicamente. E invito tutti gli appassionati di Alto Adige, di cibo e vino, nonché di castelli e di contesti autentici, di fare appena possono una capatina al Kuppelrain. Conosceranno Jorg, Sonya, i giovani ma già bravissimi Kevin e Nathalie e la piccola Giulya. Lascino perdere le pur meritatissime stelle, forchette, cappelli e punteggi vari. Apprezzino piuttosto lo slancio davvero raro con cui i Trafojer propongono il loro ristorante e la loro casa, incluse le nuove e pochissime camere a disposizione (a prezzo quasi simbolico) degli ospiti, lo speck e le marmellate fatte da loro e soprattutto la sensazione che ciò che ti accade intorno è davvero perchè lo desiderano.
Come diceva la pubblicità? “Sensazione unica”?
Ecco, quella.