Questa è (anche) la storia di un semiscoop di Alta Fedeltà: il custode della antichità egiziane Zahi Hawass annuncia, tra le polemiche, la chiusura della celeberrima tomba di Tutankhamon, destinata ad essere sostituita da una copia. Ce lo aveva anticipato a Firenze nel novembre scorso: “Per salvaguardarli, chiuderemo alcuni dei più famosi monumenti d’Egitto”. E’ stato di parola. Ma voi che ne pensate?

La notizia ha fatto subito il giro del mondo: la tomba del faraone più famoso della storia, quella di Tutankhamon, nella Valle dei Re a Luxor, sarà presto chiusa. A suo posto gli sciamanti turisti ne potranno visitare una copia, sebbene uguale in tutto e per tutto, la cui realizzazione è già in corso.
Le ragioni della chiusura sono le alterazioni climatiche prodotte nel sepolcro dal fiato e dal sudore dei visitatori che, entro 200 anni, sarebbero in grado di distruggere irrimediabilmente il sito.
Da qui la drastica decisione del capo supremo delle antichità egiziane, l’archeostar Zahi Hawass.
Una decisione che ci era stata in qualche modo annunciata alcune settimane fa dallo stesso Hawass in occasione della sua visita a Firenze, con relativa intervista, per l’inaugurazione della mostra “Elaborazioni d’Egitto” alla galleria Tethy’s (qui).
Che si ricorra a un simile accorgimento non è una novità. Già per la piramide di Cheope, a Giza, si erano registrati tempo fa problemi simili e, onde evitare guai, si erano contingentati gli accessi al monumento. E anche nella chiesa fiorentina di Orsanmichele, uno dei capolavori medievali del capoluogo toscano, anni fa si decise di sostituire con delle copie di resina, sebbene perfette, le statue della facciata, destinate altrimenti a sbriciolarsi a causa dell’inquinamento e degli agenti atmosferici.
La cosa, naturalmente, non mancò di sollevare feroci polemiche tra gli storici dell’arte, divisi tra i sostenitori dell’idea che la priorità assoluta sia il salvataggio dell’opera d’arte e quelli che pensano invece che l’arte debba restare al suo posto, non essendone il fascino e il significato sostituibili da un clone per quanto identico.
Le stesse polemiche si stanno sollevano oggi sul caso della tomba di Tutankhamon. Anche perché sembra che alla sua chiusura ne seguiranno altre.
“Anche la Francia ha proibito ai turisti di visitare le originali Grotte di Lascaux, ma le visite non sono comunque diminuite. E poi proteggere il patrimonio storico è più importante del turismo” ha dichiarato a sorpresa Hawass a El Mundo, il quotidiano spagnolo che ha sollevato la questione ribattezzando la Valle dei Re con l’ironico nomignolo di Valle delle Riproduzioni.
In tutto il mondo, il problema del consumo delle opere d’arte per gli effetti indotti dal turismo di massa è – sebbene tenuto sotto traccia – di grande attualità. Alito, secrezioni, suole, polpastrelli (per non parlare ovviamente dei vandalismi più o meno consapevoli) rappresentano pericoli costanti per il patrimonio culturale del pianeta. E il dibattito sulla questione è aperto.
Per ora ci limitiamo a riproporlo ai lettori, sollecitandone l’opinione.
Ma ci torneremo presto su, dando la parola agli studiosi e agli addetti ai lavori.