Lo sfogo di ieri di Benitez contro il presidente e la società, con il trofeo di campioni del mondo ancora in mano, è tanto inspiegabile e inopportuno per tempi, modi e toni, da far sospettare che si tratti di un gesto compiuto a sommo studio, per consentire al tecnico di liberarsi dell’Inter facendo finta però che debba essere l’Inter a liberarsi di lui. Complice forse l’ombra di Mou che continua a volteggiare sui successi nerazzurri.
Più che uno sfogo, quello di Benitez davanti ai microfoni delle tv, subito dopo la conquista del mondiale per club, sembra un autogol. Un autogol clamoroso. Tanto clamoroso da far pensare che sia premeditato.
Ma come: prima scegli il basso profilo, passi quattro mesi trincerandoti dietro al no comment e al “Branca e il presidente sanno cosa ci siamo detti sul mercato”, giustifichi i modesti risultati finora ottenuti con l’(oggettiva) alluvione di infortuni e poi, con la squadra tornata quasi al completo, vinci la coppa e a trofeo ancora in mano ti lasci andare ad una sparata in cui, in sostanza, dai del bugiardo allo stesso presidente, facendo oltretutto capire di ritenere la rosa inadeguata? La stessa rosa che sei mesi fa ha fatto un clamoroso triplete?
Ma per favore.
Certo, può darsi che su certe cose Rafa abbia ragione. Che la squadra sia migliorabile non c’è dubbio. Che Samuel vada rimpiazzato, idem. Che forse si poteva comprare qualcuno, ok.
Ma c’è bisogno di dire queste cose, e nel modo in cui sono state dette, in diretta tv, mentre sei ancora negli spogliatoi, con la squadra che canta e i tifosi in festa? Ha un senso rovinare tutto sul più bello, creando dissapori e veleni in società e nello spogliatoio? E oltretutto stringendo un trofeo dal grandissimo valore simbolico, ma di modesto valore tecnico, frutto certamente del tuo lavoro, ma anche, e forse più, dei risultati della precedente gestione e di quella rosa proprio da te ora giudicata inadeguata?
No, non ha senso. Non ha senso apparente, almeno. Se, cioè, quello di Benitez è davvero uno sfogo e non piuttosto una bomba a orologeria innescata ad hoc per liberarsi dell’Inter, facendo finta però che debba essere l’Inter a liberarsi di lui.
Sia chiaro: sono convinto che Rafa sia un ottimo allenatore, esperto e vincente. E pure una persona seria, equilibrata, riflessiva. E può anche darsi (strano anzi che nessun commentatore l’abbia notato) che egli sia stato molto infastidito dalle dichiarazioni dell’altroieri di Mourinho e dalle sue promesse, rilasciate alla vigilia della finale, di tifare per l’Inter con tanto di maglietta addosso. Può darsi perfino che il distaccato spagnolo soffra più del dovuto il fantasma di Mou perennemente incombente sui nerazzurri.
Ma è proprio per questo che trovo la sua uscita di ieri quanto di più improvvido e inspiegabile ci possa essere. Un atto masochistico, dunque. Oppure un gesto a sommo studio.
La verità, comunque, la sapremo entro breve.
E potrà avere due volti: o è stato davvero un eccesso estemporaneo, una crisi di nervi, per la quale però il tecnico spagnolo deve precipitosamente e pubblicamente scusarsi con il presidente, la squadra, la società e i tifosi; oppure tutto è stato compiuto deliberatamente. E allora sarà Moratti a dare il benservito a Benitez, non potendo permettere che qualcuno metta in dubbio la sua parola e quella della società davanti al mondo. E sfiderei chiunque a non fare come lui.
