Sabato 20/9 alle 15.20 a Dig.it, il Festival del Giornalismo digitale di Prato (programma qui) coordino un pingpong sul reportage di viaggio ai tempi del web tra Serena Guidobaldi e Andrea Pistolesi. Chi partecipa prende i crediti formativi dell’OdG.
I giornalisti? Da un po’ sono tutti in viaggio.
Ma non è per l’effetto di una vendetta del famoso e principale strumento di lavoro illustrato dai vecchi maestri della professione, cioè la suola delle scarpe.
E’ invece un viaggio verso gli agognatissimi crediti formativi dell’Ordine dei Giornalisti. Un vero esodo, che da qualche mese coinvolge trasversalmente l’intera categoria.
E siccome la partecipazione a Dig.it, il Festival del Giornalismo Digitale, in programma a Prato il prossimo venerdì 19 e sabato 20/9, dà ai partecipanti proprio i fatidici “punti“, per l’occasione tra i colleghi tira aria di una certa transumanza.
Meglio che nulla, si dirà.
C’e’ stato un tempo però in cui i viaggiatori per mestiere, giornalisti compresi, si mettevano in movimento spinti da motivazioni meno pedestri. Fino al classico momento in cui, scimmiottando Chatwin, giungevano a chiedersi: “Ma io che ci faccio qui?“.
Oggi invece la domanda è da rimodulare radicalmente. Anzi, nei fatti è già stata rimodulata da un pezzo. E suona più o meno così: “Ma io che ci faccio qui senza connessione?”.
The times are a-changed, dunque. Anche per chi i viaggi li racconta.
Ma la semplice contrapposizione generazionale e ideologica Moleskine-Ipad appare un argomento ovvio, banale e artificioso. E se grazie alla tecnologia il mestiere si evolve, ciò avviene assai più lentamente di quanto si pensi, tra molte sfumature e adattamenti. In una direzione che, anzichè allo scontro, tende alla sintesi.
Come?
Se ne parla appunto, moderati (si fa per dire) dal sottoscritto, sabato 20/9 alle 15.20 in un workshop ad hoc nell’ambito di Dig.it.
Sul palco due colleghi “evoluti” come Serena Guidobaldi (qui), giornalista freelance specializzata negli aspetti antropologici del cibo in relazione con il territorio, e Andrea Pistolesi (qui), esponente di primo piano del fotogiornalismo italiano di viaggio.
Le questioni sul tappeto sono molte: come e quanto il digitale e il suo portato tecnologico hanno arricchito le opportunità del reportagista e del giornalista-viaggiatore? L'”on-line-state-of-mind” delle nuove generazioni come si traduce realmente, e fino a che punto, in capacità di osservazione e di riflessione? Come cambiano gli stili di scrittura e di fotografia in questa diversa dimensione? E quanto l’immediatezza nella reperibilità delle informazioni, anche a prescindere dal nodo della loro verificabilità, influenza l’approccio a fatti e situazioni a metabolizzazione lenta, come sono appunto le impressioni di viaggio?
Comunque vada la chiacchierata, c’è da scommetterci: sarà una vittoria ai punti (quelli che l’OdG elargisce agli iscritti al workshop, ad esempio).