In fisica nucleare, è esotico l'”atomo in cui uno degli elettroni dell’orbita più esterna sia stato sostituito da una particella di carica negativa e massa maggiore di quella dell’elettrone, in modo da stabilizzare le orbite avvicinandole al nucleo, allo scopo di ottenere informazioni sulla natura delle forze nucleari“.
Riflettevo anni fa, prendendo in prestito alcune parole di un collega, che nel racconto di un viaggio l’autenticità è il medio proporzionale tra il vero e il verosimile. Nel senso che è sempre autentico ciò che è vero, perchè un’esperienza dev’essere verificabile, ma poichè anche raccontare in forma realistica è in sè un’esperienza, risulta autentico anche ciò che è solo verosimile. Il giornalista di viaggio, insomma, spesso “pratica” l’esotico e ne fa un mestiere, in quanto non è solo necessario che egli veda e riferisca ciò che vede, ma anche che sappia restituirlo al lettore come “vissuto” e in tal modo vivibile dal lettore stesso, senza alterare la verità.
Dunque, in un’ottica professionale, il reportage di viaggio sarebbe un atomo esotico e cioè l’anello di congiunzione tra lo spazio dell’infinita fantasia e le copiose orbite della realtà. E il reporter l’artefice di un’informazione che serve ad approfondirne un’altra, rendendo realistico il vero e verificabile l’apparente.
ln pratica, un atto difficilissimo di giornalismo e una passeggiata sul filo di un rasoio durante la quale è facilissimo tagliarsi.