di KYLE PHILLIPS
Una casa tutta di canne, dove i pescatori vivevano stabilmente, col fuoco al centro e il fumo che filtrava dal tetto senza camino. Succedeva a Marano Lagunare, sulla costa friulana. Kyle c’è stato.
Qualche settimana addietro ho proposto un weekend in Friuli Venezia Giulia, suggerendo di passare un giorno a Cividale del Friuli e l’altro ad Aquileia. Se aveste un terzo giorno a disposizione, potreste anche far visita a Marano Lagunare, un posto – per quanto ne sappia – unico.
Di cosa si tratta? Marano Lagunare è una zona ad ovest di Aquileia sulla costa friulana, dove si sono formate ampie lagune salmastre dietro a una serie di isole costiere. Il paese è piacevole, con palazzi eleganti ed un porto inizialmente fortificato dal patriarca di Aquilea verso il 1000, che è poi passato sotto il dominio della Serenissima, che lo trasformò in una sua roccaforte. Marano Lagunare rimane tutt’ora un’enclave veneta, dove la popolazione parla veneto anzichè friulano.
Ma il vero motivo per visitare Marano è la laguna: è larga diversi chilometri e quasi ovunque poco profonda, tranne per i canali dragati durante la prima guerra mondiale dalla marina italiana, che voleva poter spostare provviste e attrezzature al riparo dalle navi austriache che solcavano il mare aperto.
Al giorno d’oggi i canali sono utilizzati principalmente dai pescatori, tranne uno che porta alla Riserva Naturale Foci dello Stella (qui) al delta del Fiume Stella – posto bellissimo, ma non quel che ci immaginiamo pensando all’Italia: piatto, come ci si aspettarebbe dalla foce di un fiume, con cieli apertissimi e distese di canne verdissime (in estate) che si estendono all’orizzonte.
Tantissimi uccelli, e lungo i canali i casoni dove abitavano i pescatori; sono delle strutture quadrate abbastanza grandi, con pareti e tetti fatti con le canne, e a primo sguardo fanno pensare alle isole dei mari del sud, sebbene la mancanza di finestre suggerisca un clima più fresco. Alcuni casoni sono isolati, mentre in zone con più terra asciutta si presentano in piccoli agglomerati.
Fino all’introduzione delle barche a motore negli anni ‘60 ciascun casone era abitata da diversi pescatori, uno dei quali tornava sulla terraferma col pescato del giorno precedente, mentre gli altri si avventuravano nella laguna per pescare. Adesso i pescatori fanno ritorno alla terraferma col calar del sole, e quelli che dispongono ancora dei casoni vi stanno nel fine settimana.
Il casone che ho visitato, nel corso di una gita organizzata dalla Regione FVG, era sorprendentemente arioso, e sebbene vi fosse un fuoco vivo nel centro della stanza (eravamo in pieno inverno) e non ci fosse un camino, non vi era fumo – i prodotti della bruciatura filtrano attraverso le canne, e la mancanza di aperture più grandi mantiene il calore. Sebbene vivere in un casone per lunghi periodi dev’essere stato difficile, specialmente nei mesi invernali quando le giornate erano corte, penso che passarvi un fine settimana a primavera adesso sia molto piacevole; sono luoghi che conferisono un notevole senso di pace.
Per raggiungere la Riserva è necessario prendere una barca e la Regione FVG ci ha affidati alla Nuova Saturno, una piccola imbarcazione capitanata da Adriano Zentilin, grande conoscitore della zona. Durante il ritorno ci è stato servito un pranzo a base di pesce, con delle sarde grigliate squisite, e diversi vini bianchi delle varie DOC friulane.
Se vi capitasse di visitare la costa friulana una visita alla laguna val bene la pena, perchè apre una finestra su un mondo che pochi in Italia conoscono. La Nuova Saturno salpa tutte le mattine dal molo di Marano Lagunare, facendovi ritorno nel pomeriggio. Per ulteriori informazioni (e per prenotare, cosa consigliabile: visitate qui).
Ultima cosa: Io ho visitato Marano Lagunare in inverno, quando le canne erano dormienti. Nei mesi più caldi il paesaggio sarà molto più verde.
Per ulteriori informazioni sulla Riserva: qui e qui.
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