di LORENZO COLOMBO
Da domani fino al 6 luglio è di scena in Val di Cembra la 38ª edizione della rassegna “Müller Thurgau: Vino di Montagna”. Ecco un assaggio di cosa di può vedere, trovare e bere.
Era da qualche anno che non salivamo nella valle del porfido e l’occasione si è presentata quando Stefania Casagranda, che si occupa tra altre mille cose dell’ufficio stampa di “Müller Thurgau: Vino di montagna“, ci ha invitati a partecipare come commissari della 22ª edizione del Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau, tenutosi lo scorso 19 giugno a Cembra.
Ma il concorso, che metteva in competizione 64 vini di diversa provenienza (45 trentini, 8 altoatesini, 1 proveniente dalla Valle d’Aosta e 10 dalla Germania) e vedeva la partecipazione di 18 degustatori (19 in realtà), suddivisi in 3 commissioni, è stato solo l’inizio di un interessante viaggio iniziato già il 19 sera alla Risto-Pizzeria Durer di Segonzago, locale decisamente consigliabile per la varietà e l’originalità delle sue pizze, e continuato all’agriturismo Maso Valfraja, un’oasi di pace a pochi minuti dal centro di Cembra, circondato da boschi e vigneti, dove al mattino il titolare ci preparava la colazione con le uova delle sue galline.
Il giorno dopo, finito il concorso, pranzo presso l’Agritur Le Cavade con salumi, tortel de patate e smacafam, pomeriggio con tour panoramico in e-Bike tra i vigneti terrazzati, con partenza da Villa Corniole, dove Maddalena Nardin ci ha proposto alcuni dei suoi vini, il Trento Doc Salísa Zero Riserva del millesimo 2018, e il Dolomiti Igt Kròz Bianco 2020, frutto di un blend in parti uguali tra Chardonnay e Müller Thurgau.
Dopo un paio d’ore di pedalata siamo giunti a Cembra Cantina di Montagna dove, ovviamente, ci attendeva un’altra degustazione con il Trento Doc Riserva Oro Rosso ed un paio di Trentino Doc Riesling di diverse annata.
Dopo l’intensa giornata è infine giunta l’ora di cena tenutasi presso la Distilleria Pilzer, con le specialità di carne della Macelleria Palazzi che ci ha proposto tre costate di diversa provenienza e frollatura, oltre allo Speck dell’Imperatore, di loro invenzione.
Durante e dopo la cena Bruno Pilzer ci ha a lungo intrattenuti raccontandoci il suo percorso di distillatore e le prossime novità in cantiere, non poteva naturalmente mancare la visita al reparto degli alambicchi.
Il sabato mattina è stato riservato alla visita al bel Museo del Porfido di Albiano (peccato sia aperto solo su prenotazione e per gruppi di almeno 15 persone): una piacevole e emozionante sorpresa è stata quella di vedere tra le numerose foto esposte di città più o meno importanti con strade e piazze pavimentate con porfido estratto dalle cave di Albiano, la piazza del mio paese di nascita, Vedano al Lambro. Ci ha guidati alla scoperta del museo Martino Lona, sindaco di Albiano, che ci ha quindi condotti con una passeggiata tra boschi e castagneti sino al Parco faunistico per vedere i cervi, prima del pranzo a Borgo Antico, hotel e ristorante inaugurati da pochi mesi.
Nel pomeriggio abbiamo partecipato al Trekking enogastronomico Baiti en festa, organizzato dall’associazione Cembrani Doc, altra piacevole passeggiata resa movimentata da un acquazzone che ci ha colti in campo aperto tra due tappe del percorso.
Nella mattinata di domenica, visita guidata alla Chiesa di San Pietro, con pareti e soffitti completamente affrescati e immancabile trasferimeni trasferiti al Lago Santo dove abbiamo pranzato presso l’omonimo rifugio prima d’intraprendere il viaggio verso casa.
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