Pensiero banale ma inevitabile.
Stanotte alle 00.00 si aprivano le cateratte per le richieste ai vari enti di previdenza dei bonus per i lavoratori autonomi.
Tanto per capire con chi abbiamo a che fare, mentre il decreto parlava di selezione in ordine cronologico (leggi: assalto alle caselle), il presidente dell’Inps ieri assicurava il contrario: non sarà un click day. Olè.
Il mio ente (inpgi2) in 48 ore cambiava per tre volte senza preavviso la modulistica e per due volte l’indirizzo email a cui inviarla.
Ovviamente niente pec (quindi ricevuta rassicurante o almeno avviso di mancata consegna), ma una normale casella di posta elettronica, andata in tilt per sovraccarico già alle 00.04.
Comprensibile panico generale e pertanto invii ripetuti con ulteriore sovraccarico da parte di gente già giustamente nervosa di suo, poi anche per la clausura, poi per l’ora, insomma la vittima perfetta per una provocazione informatica.
Si apprende che l’Inps ha ricevuto stanotte 100 email al secondo (cioè 6.000 al minuto e 360.000 all’ora).
L’ineffabile Inpgi2 comunica invece che “La casella Bonuscovid19@inpgi.it è già (GIA’, ndr) nuovamente attiva e gli iscritti che si sono visti rifiutare la consegna della domanda nel periodo di sospensione dei sistemi possono inviarla nuovamente, riportando in calce il messaggio di mancato recapito generato dal server, che riporta la data e l’ora del primo invio. L’INPGI, nel formare la graduatoria delle istanze, terra’ conto della cronologia relativa al primo invio, anche se non andato a buon fine a causa dell’inconveniente tecnico verificatosi, che – pertanto – non ha comportato alcuna penalizzazione per gli iscritti”.
Ora capite il motivo del titolo di questo post.
Non click ma cric, nel groppone a loro.