Assegnato da Aset a Camilla Micheletti di “Slow” il 3° Premio Kyle Phillips come giornalista enogastro più anticonformista dell’anno. Tutt’intorno, alcune delle migliori schiacciate di Firenze e provincia, selezionate nell’ambito del progetto per il censimento della schiacciata toscana. Molte volte, nulla è più trasgressivo della normalità.
Ieri sera, come presidente di Aset, ho consegnato alla giovane e promettente collega Camilla Micheletti, caporedattore di “Slow”, il III premio Kyle Phillips come giornalista enogastroetc under 35 più anticonformista dell’anno.
La cerimonia era abbinata a un’altra cerimonia, a suo modo altrettanto anticonformista nella sostanza: la consegna dei riconoscimenti a otto delle migliori schiacciate all’olio di Firenze (4) e provincia (4), selezionate dai soci della nostra associazione nell’ambito del progetto per il Censimento della Schiacciata Toscana, promosso nel 2013 dall’Aset stessa.
In cosa consistesse l’anticonformismo è presto detto: in tempi di merendine, chef-star, smanie nutrizioniste d’ogni tipo, molecolature varie, propagandare un cibo di strada antico e tipico come la schiacciata è cosa decisamente fuori dalle righe. Così come lo è l’esistenza di panificatori che con passione e per passione, più che per immediato tornaconto commerciale, coltivano questa tradizione.
E’ successo tutto nella piacevole atmosfera dell’Hotel Regency di Firenze, anzi in giardino, in un bel clima da fine estate, tra luci e voci basse.
Oltre a Camilla e molti colleghi, c’erano ovviamente la moglie di Kyle, Elisabetta, e la loro figlia Clelia. C’erano anche alcuni dei produttori premiati, che hanno pacatamente illustrato le loro schiacciate, tutte degustate in diretta dal sottoscritto, in versione Gianni, e da Marco Gemelli, in versione Pinotto.
Sono certo che a Kyle sarebbe piaciuto tutto, perchè si è cercato in ogni modo di schivare la banalità dell’eccentrico e di sottolineare l’eccezionalità del normale.
Di nuovo congratulazioni dunque a Camilla e agli otto forni premiati con il nostro “diploma”.
Li cito in elenco (casuale) di assaggio: Cerealem (Firenze), Il nuovo forno (Firenze), Pane amore e fantasia (Firenze), Santini (Firenze), Bonifacio (Sesto Fiorentino), Giotto (Chiesanuova), La torre (Diacceto) e Moderno (Certaldo).
Naturalmente l’occasione era ghiotta anche per lanciare sassi in piccionaia e proporre nuove idee.
Tra queste, l’elaborazione di un protocollo di preparazione della schiacciata toscana (con tutta la dialettica e i rischi legati alla codificazione di metodi “liquidi” quali sono quelli individuali e tradizionali) e perfino di un protocollo di degustazione della stessa.
Due belle sfide che prima o poi qualcuno dovrà raccogliere.
Magari ci proverà Camilla Micheletti, che sulla schiacciata toscana scriverà un pezzo ad hoc da pubblicare sul sito di Aset come contributo al progetto.