di LORENZO COLOMBO
Al Monza Wine Experience 2019 erano in scena cinque vini del vulcanico Olivier Leflaive, vignaiolo di Borgogna, negociant, imprenditore ma pure economista, musicista e perfino manager di gruppi folk. Ecco com’è andata.

 

Prima di scrivere dei vini di Olivier Laflaive vorrei spendere qualche parola sul Monza Wine Experience, evento organizzato dalla Visionplus in collaborazione di Fisar e il giornalista Aldo Fiordelli.

Data la grande affluenza di pubblico, c’è stata spesso carenza di bicchieri. Essendo le degustazioni gratuite, ciò era forse prevedibile. Un altro piccolo appunto: abbiamo notato la mancanza di sputavino, cosa che, per chi come noi voleva assaggiare molti vini, poteva creare qualche problema.

Ma passiamo alla masterclass sui vini di Olivier Laflaive, assai interessante anche se il titoloOlivier Leflaive e i Cru della Borgogna” poteva essere un poco fuorviante, non essendoci in effetti alcun cru in degustazione.

La storia di Olivier Leflaive è assai particolare. E’ nipote di Joseph, imprenditore che, dopo il fallimento delle sue imprese siderurgiche alla fine della Prima Guerra Mondiale, decide di dedicarsi alla tenuta di famiglia in Borgogna. Laureato in economia, Olivier decide però di dedicarsi alla musica, d’apprima come artista e in seguito come impresario di diversi gruppi folk. Nuovo cambio di vita nel 1981, quando a trentasei anni torna in Borgogna per seguire l’azienda di famiglia, ovvero il Domaine Leflaive.
Già dopo pochi anni il suo spirito irrequieto lo spinge ad inventarsi qualcosa di nuovo e così nel 1985, constatato di non potere esaudire le richieste di un importante distributore per mancanza di vigneti nelle AOC richieste, crea la Olivier Leflaive Frères, in collaborazione con il fratello Patrick e lo zio Vincent, allo scopo di acquistare uva e mosti, vinificarli secondo la metodologia del domaine di famiglia per poi venderli direttamente. Diventa in pratica un “negociant”. Oggi vinifica le uve provenienti da oltre 120 ettari in tre tra le più famose Aoc della Côte de Beaune: Puligny-Montrachet, Chassagne-Montrachet  e Mersault , oltre che dello Chablis e della Côte Chalonnaise. Gli ettari in proprietà sono 17, derivanti dalla divisione del 2010 del Domaine Leflaive.

Non sazio,  si mette a produrre, in collaborazione con Erick de Sousa anche Champagne (in realtà li commercializza a suo nome, collaborando però nelle scelte produttive).

I vini di Olivier sono distribuiti dalla Allegrini.

La degustazione ha previsto cinque i vini.

Bourgogne “Les Sétilles” 2016
Le uve provengono da trentacinque ettari di vigneti, con età media di 45 anni, suddivisi in una sessantina d’appezzamenti dislocati tra Puligny-Montrachet e Mersault, tra i 230 ed i 250 metri d’altitudine, su suoli argillosi-calcarei e limosi, con abbondante presenta di ciottoli.
Si tratta quindi di una denominazione regionale.
Il 90% fermenta e s’affina per sette-nove mesi in barriques, il 10% delle quali nuove.
Il nome del Vino “Les Sétilles” è quello del luogo dove è ubicata la cantina.

Il colore è paglierino-verdolino.
Di buona intensità ed ampiezza olfattiva, presenta sentori d’erbe officinali, sfumature minerali, note di frutti bianchi e d’agrumi e leggeri accenni vanigliati che ricordano il confetto.
Fresco e sapido al palato, con spiccata vena acida che gli dona una nota citrina, si colgono leggeri sentori di pietra focaia e tenui note tostate, lunga la sua persistenza.

Chablis “Les deux rives” 2015
Ci si sposta in una zona completamente diversa, ovvero nella parte più a nord della Borgogna, qui cambiano completamente i suoli, argilloso-calcarei, che prendono il nome di “Kimméridgien”, molto simili a quelli della Champagne.
Anche in questo caso le uve provengono da numerosi diversi vigneti, situati sulle due sponde del fiume Serein, da qui il nome del vino.
La fermentazione avviene in acciaio, come pure l’affinamento (sette mesi),  solo una piccola parte (5%) matura in barriques.

Color paglierino di buona intensità, con riflessi dorati:
Intenso al naso dove si colgono sentori d’agrumi maturi (arancio) e leggeri accenni idrocarburici.
Di buona struttura, minerale, con sentori di roccia e note tropicali, torna quindi alla bocca il sentore d’arancio, buona la sua persistenza.

Puligny-Montrachet 2015
Anche questo vino è frutto di uve provenienti da ben ventidue diverse parcelle, ovviamente tutte situate nel comune di Puligny-Montrachet, si tratta quindi di una Aoc Village.
I suoli sono di natura argillosa-calcarea, con notevole presenza di ciottoli, l’altitudine dei vigneti varia dai 230 ai 250 metri slm.
La vinificazione avviene in barriques -il 20% delle quali nuove-, dove il vino rimane per dodici mesi ad affinarsi.

Il colore è giallo-paglierino con riflessi verdolini.
fresco al naso, di media intensità, un poco chiuso all’inizio, s’apre quindi su accenni boisée, nocciole tostate, note d’agrumi e leggere sfumature sulfuree.
Deciso alla bocca, dotato di buona struttura, con note leggermente brucianti, buona la sua persistenza.

Mersault 2015
Siamo nuovamente di fronte ad un vino frutto dell’assemblaggio di uve provenienti da più appezzamenti (una quindicina), tutti ovviamente localizzati nel villaggio di Mersault, il più vasto della Côte de Beaune.
I vigneti si trovano su suoli argillo-calcarei, collocati tra 1 250 ed i 300 metri d’altitudine.
Vinificazione in barriques, ed affinamento per dodici mesi negli stessi contenitori, il 20% dei quali nuovi.

Color giallo paglierino di buona intensità.
Bel naso, elegante e complesso, netta la nota tostata, si colgono inoltre sentori di nocciole e note balsamiche.
Strutturato, l’uso del legno piccolo è ancora piuttosto percepibile e trasmette al vino decise note tostate-affumicate, buona la sua persistenza.

Champagne Valentin Laflaive Blanc de Blancs Extra Brut “GR|14|45”
Chardonnay in purezza, le uve provengono da Grauves, village Premier Cru della Côte de Blancs.
Le uve sono dell’annata 2014, con la presenza del 30% di “Vin de réserve”, l’affinamento “sur lattes” è di 42 mesi. 4,5 gr/litro il residuo zuccherino.

Il colore è giallo dorato.
nette le note tostate al naso, dove si colgono sentori di nocciole, frutto tropicale, miele e note floreali che rimandano al caprifoglio.
Cremoso al palato, dotato di buona effervescenza, fresco e con buona vena acida, ritroviamo le note tostate, buona la struttura e lunga la persistenza.

 

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