Edizione 2024 della guida-app (gratuita) alla “ristorazione balneare“, cioè ai soli locali che, dagli stellati ai chioschi, si trovino fisicamente sulla spiaggia, senza null’altro a separarli dalle onde.

 

Qualcuno dirà che è un’idea banale, qualcun altro invece la troverà geniale. Io la trovo semplicemente utile. E mi meraviglio che qualcun altro non ci avesse già pensato parecchio prima.

Si tratta di una guida della “ristorazione balneare” italiana, tutta racchiusa in un’app per IOS e Android scaricabile gratuitamente. Si chiama Cucinamare, l’hanno inventata l’anno scorso (con 5.000 download partendo da zero) i colleghi Antonio Boco, Luciana Squadrilli e Fabio Starnini. Che quest’estate hanno replicato e l’hanno presentata alla stampa.

Precisiamo subito che s’intende per balneare, però, perchè qui sta la vera differenza.

Significa – spiegano i curatori – che la guida raccoglie solo locali che si trovino letteralmente sul mare, di spiaggia o di scoglio che sia. Insomma, non deve’esserci nulla che li separi. Basta affacciarsi su una strada, anche vista onde, per essere estromessi senza appello. Insomma, la nostra non è una guida ai ristoranti con cucina di mare o vicini al mare, ma è dedicata solo ed esclusivamente a chi vuole mangiare sulla spiaggia“.

Al momento sono 301 gli indirizzi riportati in guida – tutti testati dalla redazione, si capisce – e ce n’è per tutti i gusti, dal grande ristorante dello chef famoso al chioschetto più improbabile dal nome fantasioso (scoprire i più originali è di per sè un divertimento, nonchè talvolta la riprova del genio italico), spalmati sui 7.500 km delle nostre coste.

La guida, grazie al formato digitale e alle esigenze della stagionalità di molte delle attività riportate, viene aggiornata a intervalli ravvicinati e in tempo reale, con conseguenti contenuti “a fisarmonica” che ne garantiscono l’attualità, affidata a una vasta rete di scout sparsa sui lidi nazionali.

Lo schema della guida-app è quello, infallibile, del puro strumento di servizio da usare alla bisogna, magari improvvisando per assecondare imprevisti o voglie estemporanee: indirizzo, due righe che spiegano perchè il locale è raccomandato, ma senza troppa letteratura nè tecnicismi, descrizione del cibo e della cantina, note sulla spiaggia a disposizione e sulla presenza di un eventuale stabilimento, una scheda molto dettagliata di altre informazioni con fascia di prezzo, telefoni, aperture, disponibilità di merende o colazioni, menu vegani, bambini, animali, etc.

Utile la funzione che permette di individuare anche altri locali nei paraggi e utilissima la mappa interattiva che, attraverso vari filtri, consente di selezionare gli indirizzi in base ai luoghi, al nome, alla tipologia (pizza, trabocchi, alta cucina, etc.) e ad altri parametri.

Non manca nemmeno una sezione dedicata ai locali premiati per le loro eccellenze (ad esempio Lo Scoglietto di Rosignano Solvay, dove è stata presentata la guida alla stampa toscana, è segnalato per la migliore carta dei vini).

Inevitabile la domanda finale su come l’operazione si regga economicamente. Risponde con molta sincerità Luciana Squadrilli: “Una notevole dose di volontariato, soprattutto all’inizio, poi la presenza di sponsor, con la speranza che l’ottima crescita registrata in questi mesi, con l’impennata delle utenze, ci aiuti a stabilizzare i conti e a consolidarci“.

Il settore del resto – e non solo per l’attualissima questione delle concessioni – è di eccezionale interesse socioeconomico nel nostro paese e si staglia per un’autonomia e un’identità che, sotto molti aspetti, lo pongono fuori dalla dinamica della ristorazione tradizionale. “Tante imprese stanno inoltre innalzando l’offerta, puntando decisamente verso una qualità che sul piano generale era finora semisconosciuta nel comparto balneare”, sottolinea Antonio Boco.  O forse sottovalutata, aggiungiamo noi.

Naturalmente tutto è migliorabile e Cucinamare non fa eccezione: ad esempio potrebbe essere introdotto un ulteriore filtro, immagino gradito a chi si sposta in barca, che consenta di selezionare i locali in base agli approdi disponibili e alla loro tipologia.

Perchè c’è sì chi gira in yacht, ma anche chi gira in gommone e perfino in patino. E tutti hanno fame.