Da ieri il mondo si accapiglia sull’ormai famosissimo video del 2015 secondo il quale il coronavirus potrebbe essere il risultato non di un processo naturale ma di esperimenti cinesi più o meno sfuggiti di mano.
Ovviamente non ho la minima esperienza per giudicare e quindi mi guardo bene da farlo.
Vorrei però suggerire una doppia lettura trasversale.
Primo: il filmato è autentico e veri i suoi contenuti, la bufala sta casomai nel far credere che il virus de quo sia il medesimo che ci impesta oggi. La differenza è grossa e mi pare sostanziale.
Secondo: se già in natura esiste il rischio che, per fatalità o negligenza o costumi insani o eccessiva promiscuità, certi virus passino dagli animali all’uomo con gli effetti a cui stiamo assistendo, non c’è dubbio che gli esperimenti batteriologici “arditi” somiglino molto, come potenziale pericolosità, all’energia atomica e che perciò, se se ne perde il controllo, siano guai seri.
Ora, siccome nel mondo in cui viviamo impedire tali esperimenti mi pare, con buona pace di buonismi, moratorie e trattati internazionali, impossibile, credo ci rimangano due possibilità. Non alternative, ma parallele: stare davvero molto in guardia ed essere consapevoli che il peggio può sempre arrivare.
Più ora di prima.