di LORENZO COLOMBO
Se Rovigo è la meno “vinosa” delle province venete, quest’uva tipica del polesano è coltivata in pochissimi ettari (sembra solo tre!). Tuttavia viene vinificata. E noi siamo andati ad assaggiare.

 

Il Veneto è la regione che vanta la più ampia superficie vitata d’Italia: i dati ISTAT relativi al 2024 parlano di 94.600 ettari di vigneto per una produzione di 10.687.000 ettolitri di vino, ovvero oltre il 14% del vigneto ed oltre il 22% del vino italiano. La provincia con più viti è quella di Treviso, con il 44% del vigneto veneto e quasi la metà di tutto il vino regionale.

All’ultimo posto c’è invece la provincia di Rovigo, con 190 ettari di vigneto e 21.000 ettolitri di vino, dietro persino alla provincia di Belluno. Dati forniti da Confagricoltura parlano invece di circa 300 ettari di vigneti situati nel Polesine, prevalentemente nei comuni di Adria, Ariano Polesine, Porto Viro e San Martino di Venezze. In ogni caso questa provincia difficilmente viene annoverata tra quelle viticole ed il Polesine è certamente più conosciuto per la produzione di frutta e cereali.

Negli ultimi anni però alcune aziende stanno riscoprendo i vitigni di un tempo. Il più famoso (si fa per dire) è la Turchetta, ma ci sono anche la Mattarella e la Benedina, quest’ultime inserite nel Registro Nazionale nel luglio 2021.

La Turchetta è un vitigno storico del Veneto, presente in passato nelle province di Padova e Rovigo ma andato via via scomparendo nel corso degli anni, citato dal Marzotto nel 1925 e poi descritto da Cosmo nel 1949, quando rappresentava il 5% delle uve coltivate in provincia di Rovigo. “Merita d’essere diffuso” ne scriveva il Cosma, trattandosi di un’uva rustica poco sensibile alla peronospera e ad altre malattie crittogamiche, molto adatta ai terreni di pianura purché ben drenanti. Iscritta nel Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite nell’ottobre 2017, può essere utilizzata per la produzione del vino a Doc Bagnoli e di nove vini ad Igt del Veneto. Sempre dal Catalogo Nazionale apprendiamo che nel 2010 gli ettari vitati con questo vitigno erano unicamente tre, peccato che nel sito non siano ancora stati inseriti i dati dell’ultimo censimento agricolo, avvenuto nel 2021.

Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare questo vitigno e di assaggiarne il vino prodotto a fine luglio, quando siamo stati in visita all’azienda Carezzabella Winery, di San Martino di Venezze, nel medio Polesine, a poche centinaia di metri dalla riva destra dell’Adige, in provincia di Rovigo.

Corte Carezzabella è un’azienda agrituristica biologica situata in una corte risalente ad inizio Novecento, con 16 tra camere ed appartamenti e un ristorante interno. Frutta e ortaggi vengono trasformati in succhi di frutta, confetture, passato e polpa di pomodoro, aceto di mele, farina, dalla quale si ricavano poi prodotti da forno. L’azienda dispone inoltre di 22 ettari di vigneti, 18 dei quali coltivati a Pinot grigio, gli altri vitigni sono Manzoni Bianco, Merlot, Carmenere, Trebbiano e, per un ettaro, Turchetta, messa a dimora nel 2018, con la quale vengono prodotti due vini. Eccoli.

 

Igt Veneto Turchetta
L’uva viene allevata a Sylvoz e vendemmiata nella prima decade d’ottobre, la resa per ettaro è di 60 q.li, la fermentazione è in vasche d’acciaio con una macerazione di circa tre settimane, mentre l’affinamento del vino avviene in vasche di cemento. Si tratta di un vino decisamente curioso che abbiamo maggiormente apprezzato nell’annata più recente.

2021 – Il colore è rubino di media intensità con leggeri accenni che tendono al granato.
Media anche la sua intensità olfattiva, vi ritroviamo sentori di frutta rossa selvatica, frutti di bosco, fragole e lamponi e ricordi di sciroppo d’amarena. Fresco e fruttato al palato, mediamente strutturato, asciutto con ciliegia leggermente acerba in evidenza ed accenni vegetali, buona la sua persistenza.

2020 – Color rubino leggermente più intenso del precedente. Al naso la frutta rossa appare più matura, mentre al palato troviamo un vino sempre di media struttura ma con una trama tannica leggermente più asciutta.

 

Igt Rosso Veneto Temetum

La Turchetta entra anche nella composizione di questo Igt, unitamente ad un 10% di Merlot. In questo caso la vendemmia viene ritardata sin quasi alla fine d’ottobre e la resa media s’attesta sui 90 q.li/ettaro. La fermentazione si svolge sempre in acciaio con un minor tempo di macerazione, limitato a due settimane, l’affinamento del vino anche in questo caso s’effettua in vasche di cemento.

Ovviamente si tratta di un vino completamente diverso dal precedente, l’annata che abbiamo degustato è la 2022, caratterizzata da un colore rubino luminoso di buona intensità. Discretamente intenso al naso che s’esprime su sentori di frutta rossa matura.Discreta anche la sua struttura, il vino è asciutto e presenta sentori di frutta a bacca scura, buona la sua persistenza.

 

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