Dopo la storiella delle raccomandate anonime, eccone un’altra di ordinaria follia burocratica all’italiana.
Sarà capitato anche a voi, credo, di avere una musica in testa. Ma vi è mai capitato di avere in testa, invece, un blocco amministrativo dell’auto senza saperlo e di circolare così per mesi, con le responsabilità e le conseguenze che da ciò possono derivare?
No? A me, sì.
E stava per ricapitare.
L’ho scoperto ieri, per caso. Ovviamente all’ufficio di Equitalia.
La quale, sia chiaro, stavolta non c’entra nel pasticcio, ma ne è anch’essa vittima.
Vado a sistemare una cosa e l’impiegato mi dice: “Guardi che lei ha anche un’altra cartella da pagare: se non si sbriga a farlo rischia il blocco amministrativo della macchina”.
Trasecolo e chiedo spiegazioni.
Serafico, lui mi dice che a gennaio scorso mi è stata notificata una cartella che risulta inevasa.
Io: “Mai ricevuta alcuna notifica”.
Lui: “Qui risulta di sì. Anzi, risulta una notifica avvenuta per compiuta giacenza”.
[Traduzione: il notificatore mi avrebbe portato a casa la raccomandata e, non trovandomi, non ha lasciato un avviso (come avviene nel mondo normale, anonimato di cui nel titolo a parte) ma l’ha “depositata” in comune “affiggendo alla porta dell’abitazione una busta chiusa e sigillata” che lo contiene.
Non solo, ma di tali deposito e “affissione” (ve l’immaginate il tipo con chiodi, martello, colla, scotch in mano che “affigge” avvisi ai portoni?) verbalizza di avermi avvisato mandandomi una raccomandata a/r].
Ribatto che non ho trovato alcuna affissione sull’avvenuto deposito nè ricevuto alcuna raccomandata che me ne dava avviso, altrimenti avrei ritirato la a/r e sarei venuto a conoscenza del deposito medesimo.
Al che il cortese impiegato mi mostra la relata di notifica in cui il notificatore riporta e sottoscrive di pugno quanto sopra.
Insomma le carte sono tutte a posto.
Tranne, ovviamente, una, quella decisiva: la mia firma di ricevuta sulla raccomandata inviata dal notificatore e grazie alla quale io avrei potuto venire a conoscenza di tutto, regolandomi di conseguenza.
Guarda caso, l’unica pezza che manca nel dossierino di Equitalia è proprio quella, evidentemente rimasta “appiccicata” nelle mani dell’agenzia alla quale le Poste Italiane si appoggiano per la consegna di certi atti.
E’ infatti evidente che il notificatore non ha fatto nulla di quanto ha messo per iscritto di aver fatto, tranne aver compiuto il deposito diretto della prima missiva in comune. Di cui però io, senza avvisi, non potevo sapere e che pertanto, decorsi i termini, è stata data per notificata. Impedendomi così sia di capire di cosa si trattasse, sia di contestare la pretesa, sia eventualmente di pagare il dovuto.
In pratica una mora forzata a causa della quale, se non grazie a un caso, avrei potuto ritrovarmi con la macchina in blocco amministrativo.
Ci si rende conto della leggerezza del comportamento e della sua gravità?
Ma non basta, perchè siccome anche il blocco amministrativo va preavvisato con notifica, il preavviso stesso avrebbe rischiato di essere eseguito con la medesima negligente procedura e quindi di essere spiccato in contumacia.
Insomma un gioco dell’oca delle negligenze sulla pelle del cittadino ignaro.
Ora, capiamoci: non intendo affatto contestare la legittimità delle pretese fiscali di Equitalia (di ciò si occupa il mio commercialista), ma la sostanziale e dolosa omissione di notifica da parte del notificatore, a causa della quale tutto è nato. Notificatore che ovviamente si nasconde dietro a una sigla e che opera per conto di un’agenzia, con la quale pertanto condivide le responsabilità dell’avvenuto.
Ma io sto indagando.
E non sono uno che molla facilmente la presa…